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martedì 1 febbraio 2022

#mettinome (...)

La premessa: certi obiettivi vengono partoriti così lontani nel tempo che quando arrivano a realizzazione le loro origini sono ormai sepolte sotto così tanti metri di terra che manco i vermi riescono a cibarsene:

"L'aggressione verbale, ovvero la misura più coerente, reiterata e pervasiva applicata dal governo #mettinome (...), viene riconosciuta e discussa, ma di rado analizzata come parte integrante della politica #mettinome. Da tutti i mezzi di comunicazione #mettinome, dai discorsi di (...), dalle trasmissioni radiofoniche, dai giornali, dalle riviste, dai film, dai libri scolastici, dai manifesti, scaturiva un fiume costante, onnipresente, di contumelie verso gli (...) Esso era soprattutto l'espressione, la dichiarazione delle convinzioni più profonde di (...) e dei suoi seguaci, che proclamavano l'intenzione di liberare la (...) dal presunto (...). Una violenza verbale rivolta al pubblico (...), ma anche agli (...), tesa com'era a confermare il primo nelle sue convinzioni e insieme infondere spavento nei secondi; queste misure terroristiche avevano lo scopo emotivamente gratificante di far precipitare gli #mettinome nella paura, e quello programmatico di indurli ad abbandonare la (...) e, si sperava, a lasciarla in pace per il futuro. L'aggressione verbale contribuì alla medesima stregua delle altre misure a trasformare gli (...) in esseri socialmente morti, completamente privi di dignità e onore, e nei confronti dei quali i (...) non avevano alcun obbligo morale. Un sopravvissuto così ricorda questo aspetto della politica (...) nel periodo successivo al boicottaggio del 1° aprile:" Il fuoco di sbarramento della propaganda si riversava sugli (...) con immutata violenza e intensità. Incessante, ripetitiva, l'idea che gli (...) fossero creature subumane, fonti di ogni male, veniva conficcata a forza nella mente dei lettori e degli ascoltatori. (...) Fra tutte le misure intraprese, la separazione giuridica e amministrativa degli #mettinome dalla comunità (...) poteva considerarsi l'equivalente “non verbale“  dell'aggressione verbale. (...) L'esclusione graduale e sistematica degli #mettinome dalla sfera pubblica - politica, sociale, economica, culturale - ebbe su di essi un effetto di logoramento grave quanto la sofferenza provocata dalle difficoltà economiche che ne derivavano.

Qui sotto un esempio di aggressione verbale "reiterata e pervasiva" :

1. 

2. E un esempio degli esiti di una "aggressione verbale reiterata e pervasiva" veicolata ogni giorno da 2 anni, su tutti i media
 
Il testo citato è quello "In lettura", I volonterosi carnefici di Hitler, scritto da Daniel J. Goldhagen
Libro che a ogni pagina mi ricorda quasi in fotocopia gli ultimi due anni di follia, alimentata dai media ma accettata da una percentuale talmente alta della popolazione da essere con oggi arrivata a un livello di discriminazione nei confronti di chi non cede alla narrazione tossica e alle minacce, da rendere le pagine di questo libro più attuali che mai.
Non potendo chiamare le cose con il loro nome, mi affido al portentoso hashtag #mettinome (emulando i cordogli standard di una nota Ministra), per evitarmi inutili lezioncine sui #paragonivietati con quanto accaduto nella Germania degli anni '30, e che riassumo in un pensiero partorito già del febbraio 2020: nulla di quanto è successo e sta succedendo sarebbe stato possibile senza la volonterosa collaborazione sia delle vittime della propaganda dei media, che dei più subdoli collaborazionisti i quali, pur sapendo, si adeguano per conformismo, per vigliaccheria, per spuntare qualche piccolo spazio vitale in spregio al destino di quelli che, coerentemente con ciò in cui credono, soccombono alla carcerazione senza colpa e mai cederanno ai propri aguzzini.
Il mondo non cambia perché lo vogliono i potenti criminali, cambia perché i più cedono subito per convenienza, per salvare la loro piccola vita accettano di sacrificare anche quella di un paio di generazioni che non hanno ancora i mezzi né il potere di dire no e opporsi.
Anche negli anni '30 c'erano, pochi in percentuale ma c'erano, dei tedeschi che insomma, non erano d'accordo con le persecuzioni e le discriminazioni, e suggerivano che in fondo, sarebbe bastato impedire ai perseguitati di vivere vicini a loro, sarebbe bastato farli vivere in apposite zone fuori dal centro, perché erano brutte da vedere quelle file di persone arrestate che venivano avviate tutte in fila e con pochi stracci presi al volo sotto la minaccia delle armi, verso luoghi chiamati "campi di lavoro".
Non iniziò subito con lo sterminio, iniziò da subito con leggi amministrative che vietavano l'accesso agli uffici pubblici, ai luoghi di cultura e divertimento, la frequentazione di parchi pubblici e luoghi di pratica sportiva.
Ma voi, gente perbene, state tranquilli, scaricatevi il green pass e sarete liberi di fare tutto.
Discriminata da 2 anni, da oggi mi sarà impedito anche l'accesso a tutto, tranne alle code per la sbobba.
Soffro? No, sono solo molto triste, non pensavo che ancora una volta sarebbe stato il conformismo di chi poteva opporsi senza danno e non l'ha fatto, a dare potere al potere.

sabato 11 settembre 2021

Riassunto

 

giovedì 19 settembre 2019

La tenaglia

L'aggiramento su entrambe le ali o manovra a tenaglia o (più raramente) attacco a tenaglia intende isolare il centro dell'accerchiato per attaccarlo su entrambi i fianchi...l'accerchiamento prevede l'annientamento delle forze del nemico, e non semplicemente l'occupazione del territorio inizialmente controllato dal nemico...L'aggiramento strategico ha influenza particolarmente sulle linee di comunicazione, costringendo quindi l'accerchiato ad una battaglia in condizioni sfavorevoli - Da Wikipedia
Intendo: che altro sarebbe la manovra di scissione piddino-renziana?
Con un po' di memoria a breve termine è facile ricordare che per il potere piddino standard il vero nemico non è mai stata la Lega, che anzi fin dai primi vagiti ha emulato riti e struttura organizzativa del fu Pci ora Pd, bensì il M5S, il partitino azienda che Travaglio non osa toccare nemmeno con un tasto (e sarebbe interessante capire perché...). 
Il M5S è quello che minaccia(va) la riduzione dei parlamentari, quello del NoTav, quello della revoca di Autostrade a Benetton, quello dell'onestah onestah onestah, quello della lotta alla corruzione, solo per citare i più recenti punti indigeribili al Pd.
Punti sui quali la Lega non ha mai costituito ostacolo alle logiche piddine, anzi: SìTav, i Benetton Autostrade vanno puniti ma non eliminati (la Lega non ha mai pensato, contrariamente ai 5S, di riportarne la gestione in mani statali), lotta alla corruzione sì vabbé, ma stiamo attenti a non bloccare i cantieri, onestà d'accordo, ma senza indossare i panni del fustigatore pronto a immolarsi sul rogo pur di mantenere i costumi morali dentro il perverso recinto della perenne penitenza.
Il punto di più devastante attrito fra M5S e Lega (voto Tav e voto Von der Leyen) segna anche il più alto seguito popolare di Salvini (secondo un sondaggio a posteriori, pare avesse superato il 50%). 
Quindi: crisi di Governo.
Nel giro di pochissimi giorni: il Pd fa un Governo con il M5S (per il bene del Paese!).
Renzi spinge più di tutti per questo Governo, che entra effettivamente in carica il 4 settembre 2019.
Oggi sappiamo che Renzi già il 9 agosto aveva depositato il nome del suo partito.
Dunque più o meno lo stesso giorno in cui la Lega presenta
in Senato una mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte.
Strane coincidenze, no?
Dichiarata la scissione dal Pd, pare siano già una 40ina, fra deputati e senatori piddini, pronti a entrare nel gruppo del partito di Renzi.

Quindi, la situazione al momento pare questa: 
1. il M5S, che già alla crisi di Governo era passato dal 32% del 4 marzo 2018 al 17% delle europee 2019, continua a perdere appeal nei sondaggi (qualcuno mi dice che i commenti di elettori incazzati sulla pagina Facebook ufficiale del MoV siano migliaia. Migliaia...)
2. il Pd che ha fatto il Governo con il M5S non è già più lo stesso Pd: una parte si è staccata per confluire nella nuova "cosa" di Renzi
3. la Lega ha perso qualche punto percentuale nei sondaggi rispetto al pre-crisi, ma si mantiene comunque intorno al 32% c.a. 
4. Leu e frattaglie di varia piddina natura, hanno preteso e avuto qualche bella poltroncina per garantire la tenuta del Conte2 (Speranza alla Sanità? E' come avere un seienne che gioca al Piccolo Medico. Ma tanto, che avrà mai da fare, se non proseguire in quelle stesse direttive già poste sui binari, sbagliati, dai suoi predecessori?)
5. Conte2: conta? Per me ha una mera funzione di jolly, serve a reggere la mano fino al termine della partita in corso, certo è che sarebbe stato bello saperne di più già al Conte1, da dove arrivava "lo sconosciuto"... 

La Partita

- il Pd gioca al centro (è nel Governo)
- il Pd2 gioca ai fianchi e apre una possibile falla (se Renzi dice a Conte #staisereno, noi sappiamo che cosa intende...)
- la Lega non è l'avversario (lo è il M5S) e se mai gioca da playmaker: tiene impegnato il campo catalizzando l'attenzione degli italiani incazzati facendola confluire sui migranti, che sono problema molto sentito, e il fatto che già  straripino gli offre quella pastura da gettare ai suoi numerosissimi e appassionati followers, che vanno tenuti buoni. E se punta da un lato a mantenere i propri consensi (vedi regionali) dall'altro, dalla tranquilla attuale opposizione, rimpalla preciso sull'altra metà del campo, così da mantenere alta la tensione del gioco
- il Capo Politico del M5S (che è Capo Politico per contratto) è stato promosso (cioè declassato) a Ministro degli Esteri, posizione che consente di averlo fuori dai piedi se e quando servirà (e comunque si farà fuori da solo, è bravo ma non è all'altezza) 
- i Ministeri più importanti (e critici) li hanno ottenuti il Pd e LeU, cioè l'altra costola del Pd: Interni (migranti), Sanità (vaccini), Infrastrutture (Benetton&varie), Economia e Finanze (ce lo chiede Leuropa, il Fiscal Compact!)
Basta un niente e una nuova crisi di Governo, una robetta qualsiasi che costringa i 5S a votare roba che non voterebbe neanche il Pd (che infatti userà solo per far cadere il Governo), e si farà.
A quel punto per il M5S sarà la morte: ha perso l'unica cosa che l'ha tenuto in vita fin qui, la credibilità sulla parola e la popolarità in nome del Vaffa...Che non basta più, e oggi non convincerebbe più nessuno. 
L'autorevolezza, digiamolo, il M5S non l'ha mai avuta: stava imparando come si fa ad averne una nel Governo gialloverde, ma s'è impuntato sul "Contratto di Governo" come un pivello, mandando all'aria il Governo e pure il Contratto (i contratti si fanno per essere traditi, e i fessi che li impongono li si usa e li si fa fuori quando non servono più né loro né i loro patetici contratti di 10 punti, no, di 20, no, di 26...dai, sù...)
Questo vuol dire che Renzi è un genio?
Ma figuriamoci!
Sentite cosa diceva ad aprile di quest'anno (e ha ragione, eh? E' esattamente così. Però ha insistito per farci un Governo insieme, al partitino aziendina...e non credo l'abbia fatto per "il bene del Paese")

E' anche lui un utile servo, solo è più navigato di un Di Maio qualsiasi, ha fatto un po' di esperienza e non si fa troppi problemi con i punti e le virgole o l'onestah. E se serve uno che sappia giocare su più tavoli per far scomparire dall'orizzonte la meteora 5S, accerchiandolo e stringendolo a tenaglia fino alla sua sconfitta politica totale, lui è l'uomo giusto che ora si è posizionato al posto giusto: l'altra ala della tenaglia. 
Una volta caduto il Conte2, perché cadrà appena schierate le truppe, probabile che si arriverà a un monocolore verde con all'opposizione i tre Pd (più i rimasugli dei 5S che rimarranno). 

E se fosse stato sempre questo l'obiettivo di Pd e Lega, fin dai primi vagiti della crisi agostana?
Ve la ricordate questa del sospetto inciucio?

L'Italia ha funzionato così per decenni, con un'opposizione concordata il cui scopo è condizionare il gioco occupando tutti gli spazi politici disponibili così da garantire la tenuta non di un Governo, ma di un sistema di potere che è uguale a se stesso fin dalla nascita della Repubblica (sono nel tempo cambiati i nomi e le alleanze, mai la sostanza politica). 
Se deve servire un'Italia unita che esegua i diktat dell'Ue senza troppi disagi, quale migliore strategia che occupare entrambi i lati del campo, come ai tempi del vecchio antagonismo fra Democrazia Cristiana e Pci, così da garantirsi a vicenda che nessun terzo possa ostacolare l'unico obiettivo accettabile dalla troika, cioè un paese che china la testa, si mette a 90°per fare diligentemente i compiti per casa se pur dopo qualche schermaglietta fra finti opposti schieramenti, giusto per rincitrullire il "popolino" con il fumo negli occhi della democrazia?
Il gioco è questo: in campo ci puoi stare se sai come si gioca. Se pensi di scombinare le regole del gioco, ti si impallina e tanti saluti. 
"Tutto cambia perché nulla cambi", no?

Una cosa e chiudo.
C'è la possibilità di un granello di sabbia: il "popolino" è nel frattempo quasi completamente sveglio, e rincitrullirlo è diventato sempre più difficile.

giovedì 21 marzo 2019

L'Economia (i schèi)

Semplice, sintetico, sostanziale.
Chi la complica, non ha interesse a farsi capire.

domenica 7 ottobre 2018

Reddito di sudditanza

Da IlCorriere.it
Di Maio -"Rispondendo a una domanda, ha poi precisato: «Non diamo l'opportunità di prendere soldi standosene sul divano, perché tutti dovranno avere la giornata impegnata per la formazione e per i lavori di pubblica utilità». Questo vuol dire che non si avrà tempo per lavorare in nero e chi imbroglia si becca fino a 6 anni di galera per dichiarazioni non conformi alla legge".
1. "prendere soldi standosene sul divano" ricorda il noto "...con un reddito base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro" della Fornero. 
Siamo lì: i poveri disoccupati, tali per decisioni prese dai politici sulla loro testa, sono sempre dei mangia pasta a sbafo e lavativi buoni solo a far niente, seduti o svaccati sul divano.
Penoso doverlo risentire, speravo di no.
2. "dovranno avere la giornata impegnata per la formazione e per i lavori di pubblica utilità" - 
I corsi di formazione al lavoro non sono roba inventata da Di Maio: da anni se ne fanno di ogni tipo in tutto il paese, finanziati dal FSE o dalle Regioni e gestiti da enti accreditati. 
E da quel che so, i corsisti che poi hanno trovato un lavoro, intendo un vero lavoro, sono pochini. Docenti dei corsi e dipendenti delle società che li organizzano a parte.
Poi c'é da considerare che i corsi organizzati con i soldi del FSE venivano (non so se è ancora così) retribuiti con 3€/h. e quindi, calcolando circa 7h al giorno, si arriva(va?) frequentando tali corsi, a incassare circa 420€ al mese. Senza minacce di anni di galera e senza ditini alzati su immorali divani e pastasciutte.
Pare poi che i percettori del futuro RdS avranno anche l'obbligo di almeno 8h impegnate in lavori di pubblica utilità la settimana (pare nei Comuni di residenza). 
In altri tempi, i lavori di pubblica utilità venivano offerti ai disoccupati per garantire loro una retribuzione, vogliamo quindi calcolare il valore economico di quei lavori a 8.50€ l'ora? Sarebbero circa 270€ al mese, se vivessimo in un mondo normale. E invece saranno a gratis, perché già compresi nei 780€.

3. I 780€/mese - La cifra è calcolata a nucleo familiare, non a singolo individuo, quindi dalla misura immagino saranno esclusi i giovani laureati che vivono in famiglia in attesa di uno stipendio vero che consenta loro di farsi una vita: se i tuoi guadagnano, tu sei costretto o a campargli sulle spalle a vita o a espatriare. Nulla di nuovo.
Il nucleo familiare, per accedervi, dovrà poi avere un Isee di poco superiore ai 9mila euro anno. 
Che corrispondono a uno stipendio di circa 750€ al mese, se per 12 mesi. 
Se in una famiglia è disoccupata la moglie, e il marito porta a casa invece 850€ lordi al mese, sono fuori (l'Isee è calcolato al lordo, e tiene conto anche del saldo medio di conto corrente). 
Hanno un figlio? Forse avranno agevolazioni per scuola o asilo, ma nel RdS non rientreranno.
4. Di Maio: «il reddito sarà erogato su una carta -. Questo permette la tracciabilità, non permette evasione o spese immorali e quindi permette di utilizzare questi soldi per la funzione per cui esiste, cioè assicurare la sopravvivenza minima dell'individuo. Quindi alimentari e beni di prima necessità»
Sentir parlare di "tracciabilità" e "spese immorali" nel concedere 780€ di RdS, condizionato da obblighi di corsi 8 ore al giorno e 8 ore a settimana di lavori socialmente utili, fa capire quanto il giovane Di Maio non abbia proprio idea di quanto costi "la sopravvivenza minima" a una famiglia fra alimentari, bollette, trasporti, assicurazioni e Tari varie, che si pagano anche se non si hanno introiti di alcun tipo.
Che spese immorali immagina si possano fare con 780€ al mese magari per camparci in 3?
I dementi in rete straparlano di "gente che se li gioca", "gente che se li beve", "gente che si compra l'iPhone", dimostrando che la platea di imbecilli che sentenziano su cose di cui non hanno idea è infinita e varia.

La misura è per ora destinata solo a famiglie in difficoltà con almeno un componente disoccupato, e voglio provare a fare un esempio di famiglia che potrebbe averne diritto.

Facciamo che ho 30 anni, sono laureata e sposata, ho un bambino che va all'asilo, mio marito è laureato ma disoccupato da 2 anni, e io riesco a portare a casa circa 500€ al mese facendo la domestica la mattina mentre il bambino è all'asilo. 
Ho un Isee sotto i 9mila, per cui il nostro nucleo familiare rientra nella platea dei possibili percettori del RdS.

Attaualmente, avendo in realtà un Isee sotto i 7.500€, ogni anno presento domanda per avere bonus gas/energia/idrico. 
Sono pochi euro di risparmio in bolletta, ma in miseria anche quei 150/180€ totali di risparmio annuo sono importanti. 
In più, sempre per Isee basso, ho esenzione sui ticket (non su tutto) e per la eventuale mensa dell'asilo.
Siamo in affitto (chi vive in casa di proprietà vedrà ridotto l'importo di circa 400€, ritenuto il costo medio di un affitto, ovviamente nel mondo di papalla), 500€/al mese, e per pagarlo attualmente rientriamo fra i percettori di un'integrazione all'affitto erogato dalla Regione di circa 150€/mese. 
In casa entrano quindi ora circa 650€/mese, ed essendo in 3, siamo comunque costretti a chiedere aiuto alle nostre famiglie per avere "la minima sopravvivenza".

Se mio marito, disoccupato, rientra fra i possibili percettori, i suoi futuri 780€ di RdS al mese porteranno il nostro reddito annuale oltre la soglia Isee che ora ci consente di avere i bonus, l'esenzione ticket e la mensa scolastica per il piccolo. 

Quindi, già dall'anno successivo, non solo i 780€ di RdS non gli saranno più riconosciuti perché l'Isee supererà la soglia dei 9mila euro previsti dalla misura (i suoi 780€/mese + i miei 500€/mese superano i 15mila l'anno), ma perderemo i pochi benefici che il nostro attuale reddito da fame almeno ci consentiva.

Il tutto, senza altra garanzia che l'obbligo a frequentare corsi 7/8h al giorno, l'obbligo di 8 ore a settimana in lavori di pubblica utilità per il Comune, a essere tracciato su cosa e come spende quasi fosse un delinquente in libertà vigilata che è necessario monitorare.

Poi, diciamolo, finiti i corsi (che si fanno già), finiti i soldi (li danno per 3 anni, non all'infinito), il lavoro chi lo garantisce? Dov'é? Dove si trovano tutti 'sti lavori per ridare dignità ai milioni di cittadini poveri e disoccupati?

A tavolino, Di Maio i conti li fa tornare così:
"L'obiettivo, ha dichiarato Di Maio, è quello di far spendere le risorse distribuite ai bisognosi «nei negozi italiani, nelle attività sul suolo italiano, perché vogliamo iniettare nell'economia reale 10 miliardi di euro ogni anno, che significa far ripartire non solo i consumi, ma anche la vita delle imprese e dei commercianti e tutti gioveranno del reddito di cittadinanza».
Tradotto: il RdS (Reddito di Sudditanza) usa i poveri disoccupati come una sorta di elicopter money, dove a far girare le pale dell'elicottero come benzina ci saranno i percettori i quali dovranno spendere quei soldi, non immoralmente e non all'estero (non potranno andare a puttane né andare a comprare cioccolato in Svizzera, per capirci). 
E però i percettori, già minacciati di 6 anni di galera, che girano le pale dell'elicottero per far piovere quei soldi sui commercianti e sulle imprese, che dovranno impegnarsi ai corsi forzati, ai lavori forzati per il Comune, insieme serviranno su un piatto d'oro all'Istat e a chiunque ne sia interessato, anche svariati dati sui loro consumi personali, sulle loro abitudini di spesa, sulle loro debolezze (ti piacciono i biscottini al miele, eh?) e sulle loro perversioni (ma ci si potranno comprare gli anticoncezionali e i preservativi oppure no? No, a meno che si riesca a farli rientrare come spesa farmaceutica di prima necessità, boh?).

Insomma, alla fine, nulla che non si sia già visto: corsi già esistono, bonus energia e gas, ecc., già definiscono chi è povero e chi non lo è (non accedi a questi aiuti se non porti  anche gli estratti conto bancari).
Manca il lavoro, non i corsi, non i lavori socialmente utili.
Mancano i soldi per vivere, non le lezioncine e le minacce preventive.
E se non hai un reddito, con 780€ in 3 e in affitto, non ci campi comunque ("chi non li spende tutti se li vedrà ridotti" è parte degli insulti all'intelligenza del RdS...)

Ciò che non si capisce (cioè si capisce benissimo) è per quale ragione chi ha un Isee sotto una certa soglia non possa essere destinatario di un versamento mensile direttamente nel conto corrente quale forma di aiuto senza condizioni.
Perché, al di là delle sciocchezze, una cosa è certa: come tracciano le spese della eventuale carta del RdC, così già oggi chi presenta richiesta per bonus energia, di integrazione all'affitto o per qualunque altra forma di aiuto economico previsto dall'attuale sistema, viene scannerizzato direttamente nel conto corrente dall'Agenzia delle Entrate.
Che non perdona, e mi pare giusto. 
Ma se già oggi funziona così, vuol dire che il sistema di verifica e controllo del diritto all'aiuto è comunque possibile ed esiste già, senza carte (con estremo godimento e lucro del sistema interbancario), senza ricatti, senza ditini alzati e senza minacce di galera e moralizzazione dei consumi del povero cristo (chissà com'é che ai ricchi nessuno mai fa la morale...).
Invece, mi tocca rileggere la Fornero in peggio.
Forse, più che accettare questo Reddito di Sudditanza che è un insulto ancora prima di essere attivato, i poveri disoccupati dovrebbero imparare come si fa a farsi rispettare dai vitelloni con iPhone che passano davvero la giornata a cazzeggiare sulle panchine: imparare a stare tranquilli sulle panchine, innanzitutto; e al primo che se ne lamenta alzare subito la voce urlando:" No buono mangiare, no wi-fi, tu dare me soldi o buttiamo cibo merda e matterassi giù dalla finestra".

lunedì 28 maggio 2018

La Grecia è vicina...

La situazione odierna mi ricorda il momento in cui Tsipras e Varoufakis, forti di un Referendum, andarono decisi e preparati a trattare con la troika, uscendone il primo piegato a 90* e il secondo incazzato ma a cavallo della sua moto.

Salvini e Di Maio hanno preparato un programma di Governo, lavorando con un'impegno e trasparenza mai viste in questo Paese da che ho memoria; si sono presentati al Presidente della Repubblica con la lista dei ministri e pronti a governare, e quello li rimanda a casa perché il Ministro per l'Economia da loro indicato non va bene alla troika.
In sostanza, quello è...
Mica c'entra il nome, non sarebbe andato bene nessuno, si sapeva fin da prima delle elezioni che M5S, e peggio la Lega, non sono graditi ai "mercati".

Nel giro di pochi minuti però, il Presidente della Repubblica, chiusa la porta in faccia al possibile governo uscito dalle urne, incarica chi?
Cottarelli, cioè uno che ha dato le dimissioni dall'Fmi giusto per essere pronto a fare il lavoro richiesto dai "mercati".

Cottarelli nel 2015 era nel board della troika, in forza al Fmi, quando questa si presentò in Grecia per finire quel lavoro di "successo" tanto apprezzato dall'altro capo di Governo "neutrale", quello del 2011.
Com'é messa la Grecia oggi basta cercare notizie in rete: mangiata viva e risputata moribonda e svenduta a pezzi al miglior offerente.
Non le elezioni, non i referendum: i mercati. I schèi. La robba da rubare.
Questo, nient'altro...

Bene hanno fatto quindi Di Maio e Salvini a non volere un Governo se non a condizione di poter rispettare le promesse fatte in campagna elettorale.
Potevano fare qualunque nome, sarebbe finita uguale.

Quand'anche avessero proposto un nome gratido alla troika, arrivati a Bruxelles per riparlare dei "trattati", sarebbe finita come al duo Tsipras-Varoufakis: ormai è o troika o morte.
Cioè, morte in ogni caso, a meno di essere "i mercati" o "i risparmi degli italiani".
E se non hai risparmi, nn hai che la presa per i fondelli dell'andare a votare democraticamente.

Insomma, questa è l'Unione Europea e questa è l'Italia: il Paese cui si fanno solo offerte che non può rifiutare.

Buon Cottarelli a tutti! 

Titolo su Il FQ (con "i risparmi degli italiani" che lo spread si continua a mangiare nonostante Cottarelli garante Fmi/troika):

Governo, i leader Ue chiedono stabilità. Merkel: “Anche con la Grecia di Tsipras fu difficile, poi ci accordammo”

"...Ci accordammo..." è il promemoria delle "offerte che nessuno può rifiutare" che aiutano la troika che piega ogni resistenza grazie all'effetto Stanza 101

sabato 3 marzo 2018

Silenzio elettorale.

Sottoscrivo.
Ci mancava la linguetta da staccare sulla scheda, come a dire che non siamo degni di fiducia e ci serve il tagliando di garanzia, come ai polli sullo scaffale, da esibire alle urne. La prossima avremo il codice a barre e basterà strisciare la tessera sanitaria con microchip.
— Marco (@MatteoFriendzy) 2 marzo 2018

Video by @ilPermeista

mercoledì 27 settembre 2017

Noi tireremo dritto

Il piano per l'integrazione degli immigrati titolari di protezione internazionale (75 mila) del Ministro Minniti riassunto in 3 punti: 
- salute 
- casa 
- formazione
Nel dettaglio, il piano “prevede veri e propri percorsi d’inclusione sociale e integrazione di lungo respiro, con l’obiettivo finale di raggiungere l’autonomia personale”
Autonomia personale. Loro. 
Noi invece possiamo continuare a passare la corda sul gancio del garage.

La Svezia, con organizzazione burocratica, soldi e un welfare ritenuto fra i migliori in Europa, aveva in origine un piano di "inclusione" perfino più ambizioso di quello di Minniti, ma pare che il nostro non abbia nemmeno dato un'occhiata a come è andata a finire lì, l'integrazione.

In un pezzo del 2016 Panorama scriveva, riferendosi al sistema di accoglienza svedese, prima di riscontrarne l'attuale fallimento:
...nessun Paese europeo può vantare un sistema di accoglienza così efficiente ed equo come quello che ha messo in piedi lo Stato svedese tramite lo Swedish Migration Board.Ai migranti ai quali viene riconosciuto lo status di rifugiati vengono normalmente concessi permessi di soggiorno illimitati, dopo una verifica che può durare al massimo sei mesi, contro i due anni dell'Italia e della Spagna. Al migrante che fa richiesta di asilo viene concesso altresì dopo aver presentato la domanda - e in attesa della risposta dello Swedish Migration Board - non solo un alloggio in condivisione, ma anche un conto e una carta di credito per coprire le spese per il cibo, i vestiti, l’igiene personale o qualunque altra esigenza personale.
Insomma, partito con le migliori intenzioni, sul tema accoglienza ha dovuto da tempo fare marcia indietro e, a luglio di quest'anno, 2017, si ritrova con migliaia di immigrati i quali, usciti dal programma di "inclusione", non rimpatriabili per via dei costi, e di fatto clandestini, vivono di lavoro nero (con danno erariale e sul mercato del lavoro) in quartieri dove l'unica legge è la Sharìa e dove nemmeno la polizia mette più piede.

- Casa
In alcuni rapidi passaggi dell'intervista ad Alessio Lasta linkata sopra, si prova a far ricadere il problema della mancata integrazione e degli attuali ghetti islamici radicali svedesi, sulla questione degli alloggi popolari relegati in periferia.
Idea che, pur se meramente teorica, condividerei al 100%, non fosse che il centro è notoriamente destinato al turismo chic, e quindi al decoro, pertanto gli immigrati finiscono tutti a vivere in condomini di periferia dove già vivono italiani di periferia con reddito indecente. 

La realtà è che gli unici immigrati che si possono permettere di abitare in un normale condominio in centro, sono persone che abitano già da tempo nel paese, e hanno per lo più una qualche professione dignitosa che fa di loro dei perfetti integrati e, in quanto tali, non hanno alcuna necessità del piano Minniti.
Gli altri, quelli tirati su con le reti a strascico nel Mediterraneo, vengono invece alloggiati proprio lì dove la miseria italiana già paga pegno.

Quando Minniti parla di rendere "...territorialmente omogenea l’erogazione di servizi e sviluppando standard minimi per l’accesso ai servizi abitativi; di creare le condizioni perché i piani per l’emergenza abitativa...", temo intenda solo istituzionalizzare quanto già avviene, cioè il far entrare nelle graduatorie per le case popolari immigrati scesi dal barcone l'altro ieri. 
Cosa sulla quale, se l'immigrato è un vero profugo, ha pieno diritto, sia chiaro, ma non ha privilegio: si accomodi in coda alla fila come tutti e non la salti (o non gliela si faccia saltare), sempre per via del razzismo all'incontrario. 

Il tema casa di Minniti, consolidando l'attuale prassi che discrimina gli italiani poveri per favorire i poveri migranti, temo invece non farà che aumentare il conflitto sul problema della casa, già assicurato proprio dal quel perfido fare distinzioni burocratiche in base alla nazionalità della povertà.

- Formazione
Parla di riconoscimento dei titoli equivalenti dell'immigrato, oltre che di percorsi di studio della lingua (e si spera anche di cultura generale e educazione civica).
Il che mi pare sensato: più o meno, in un mondo globalizzato, così dovrebbe essere.
Tranne che Minniti ci dovrà poi spiegare perché mai il mio titolo di studio non ha alcun valore nei paesi di provenienza dei "profughi" e, per alcuni titoli di studio, non ne ha nemmeno in parecchi paesi europei (penso ai molti esami che devono sostenere ad esempio gli infermieri professionali che vogliano lavorare all'estero mantenendo il proprio livello di professionalità).
In ogni caso, andrà chiarito che il migrante può esercitare la professione che già conosce purché a parità di condizioni, quelle previste dalla legge italiana per gli italiani sul mercato del lavoro.
Intendo: se un afghano sa fare il meccanico, è più che giusto che possa avere un'opportunità facendo il meccanico in Italia. O il medico, o quel che sa e vuole fare.
A patto però che non intervengano le mefitiche cooperative pronte a piazzare lavoratori "da inserire" in aziende compiacenti promettendo a chi li assume di poterli avere a metà prezzo, come sta già succedendo (e non solo in Veneto).

- Sanità

Il fatto che Minniti sottolinei di voler garantire agli immigrati i servizi sanitari è per me motivo di allarme: perché, fin qui li abbiamo lasciati morire sui bordi delle strade? 
Forse non vengono già garantiti loro cure sanitarie e ricoveri come a chiunque altro stia male?
O forse, e qui riconosco la mia perfidia, magari intende dire che per gli immigrati "integrati" niente vessatori ticket (ma agli italiani in miseria invece sì, anche se con Isee da fame) e niente code di prenotazione esami a distanza di mesi e mesi?
Corsie preferenziali per non discriminare il "diverso" così che siano discriminati tutti gli altri, tanto anche se si lamentano che possono mai fare gli italiani contro decisioni che si impongono loro per forza di legge?
Non saprei cos'altro intenda, visto che garantire la sanità mi pare una gran banalità, in un contesto in cui già oggi hanno tutta l'assistenza sanitaria di cui necessitano.

Su tutto, comunque, stupisce che prima Minniti non abbia preso almeno qualche appunto sull'esperienza svedese, così da risparmiarci un piano di "inclusione" che si preannuncia come un destino ormai dato per certo: non siamo infatti più al "se", accogliere gli immigrati o no, o al "se" andarli o meno a prendere col "taxi" fin sotto costa. 
Siamo al come. 
E il come non è solo il piano di Minniti, è già un come alla svedese.
E di passo in passo, con questo piano Minniti ci conferma che nel giro di un paio d'anni, mentre a noi non sono ormai più concesse nemmeno le proteste ché hanno già pronte accuse di razzismo quando non di fascismo, siamo alla fase finale del programma rimpiazzo.
Di qui, al motto mussoliniano del titolo: "Noi tireremo dritto".
E dritto tirano, come nel peggior fascismo che non so ormai fare a meno di addebitare nei fatti a tutti gli ultimi governi ma in particolare a quest'ultimo, quello che ci rintrona sulle fake news, sull'hate speech e sul ritorno del fascismo così da distrarci su puttanate mentre ci fa ingollare l'olio di ricino metaforico facendocelo andare giù con i manganelli mediatici.

*cit. mussoliniana

sabato 27 maggio 2017

Decreto vaccini, non permetterò che sforacchino il braccio di mia figlia

Mia figlia ha poco più di due anni. Il protocollo vaccinale previsto per lei dalla Asl della mia città è stato rispedito al mittente con questa motivazione sottoscritta da me e mia moglie (laureati entrambi in Scienze Statistiche):
Crediamo che l’opzione vaccinale proposta – di fronte alla quale ci guardiamo bene dall’ostentare certezze in un senso o nell’altro – costituisca la prima, enorme prova di responsabilità nella vita di un genitore. La nostra innata propensione all’approfondimento, nonché un imprinting accademico che da sempre ci orienta a un sano esercizio del dubbio, ci ha portato a valutare questa scelta esclusivamente in termini di propensione al rischio, ponderato con lo stile di vita che presumibilmente caratterizzerà il futuro di nostra figlia. Di conseguenza, la nostra scelta è quella di sottrarci ai rischi impliciti di un protocollo standardizzato e, proprio per questo, privo di qualsiasi valutazione delle specificità di nostra figlia.
Abbiamo soltanto due certezze. La prima è che qui nessuno ne ha alcuna. Non ne hanno i no-vax, che – dopo le pur lodevoli battaglie degli anni Novanta – appaiono oggi incapaci di organizzare un’autorevole e credibile controffensiva culturale, agitando disordinatamente istanze preromantiche senza muovere un dito. Non ne hanno soprattutto i pro-vax, che – rinchiusi e starnazzanti nelle prigioni di comfort in cui sono tenuti segregati da una pergamena appesa al muro o dal servizio di un Tg – sembrano dimenticare che la Legge dello Stato 210/92 prevede esplicitamente l’indennizzo economico per i danni da vaccino (se fossero così innocui, perché esisterebbe questa legge?). Legge di cui, peraltro, ha usufruito per esempio questa famiglia.
La seconda certezza – quella che mi induce per la prima volta a espormi su questo delicatissimo tema – è che una delle due controparti, non potendo argomentare la propria tesi, ha scelto la via più allarmante: quella di usare il tallone di ferro per schiacciare la nostra libertà e costringerci a scegliere solo uno fra due diritti fondamentali, quello all’istruzione e quello alla libertà di cura e, per estensione, alla inviolabilità del nostro corpo.
Non mi interessa sapere chi ha ragione e chi ha torto. Karl Popper diceva: “Io posso avere torto e tu puoi avere ragione, ma per mezzo di uno sforzo comune possiamo avvicinarci alla verità”. M’interessano unicamente la tutela della salute di mia figlia e, se capita, di quel che resta della democrazia in questo malato terminale chiamato Italia. M’interessa sapere che l’antipolio è una vaccinazione obbligatoria nonostante dal 2002 l’Italia sia stata dichiarata polio-free, non da un sabba di streghe, ma dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
M’interessa sapere che l’anti-epatite B è stata resa obbligatoria in Italia nel 1991, proprio negli anni in cui l’allora ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, e il responsabile farmaceutico del Ministero, Duilio Poggiolini, venivano condannati per aver intascato mazzette da casa farmaceutiche tra cui la Glaxo-SmithKline, l’azienda produttrice del vaccino (piccolo dettaglio: l’epatite B si trasmette coi rapporti sessuali, perché imporla ai neonati?). M’interessa sapere che, da parte di qualche addetto ai lavori, continuo a sentir parlare di immunità di gregge anche contro il tetano.
E m’interessa sapere che, dopo anni in cui – solo per rispetto nei confronti di mia figlia – su questo argomento mi sono morso la lingua e legato le dita, all’indomani del decreto della settimana scorsa che considero nazista mi sentirei più irresponsabile a restare in silenzio. Perché con quel decreto si è superato un limite molto delicato e che, se si è intellettualmente onesti (e comunque la si pensi sui vaccini), giustifica ogni aggettivo e ogni reazione..
Vi siete chiesti perché Frau Lorenzin mostra così spavaldamente i muscoli? Vi siete chiesti perché stanno imponendo ai bambini e alle loro famiglie una scelta fra due diritti fondamentali, quello all’istruzione e quello alla libertà di cura? Vi siete chiesti perché in nessun altro paese al mondo esiste un tale accanimento vaccinale? La risposta, che non vi raccontano certo i mezzibusti televisivi, è che dal 2014 gli Usa hanno nominato l’Italia capofila mondiale nelle strategie vaccinali. In una parola, soldi. Anzi, montagne di soldi.
Vedete, io sono culturalmente uscito da questo sistema tre anni fa. Non ho più capi e padroni, né professionali, né spirituali, né politici. Sono tra le poche persone in Italia che (1) non è ricattabile, (2) possiede una qualche conoscenza specialistica e (3) è in possesso di una qualche capacità comunicativa e ha il privilegio di poter scrivere libri e accedere a qualche circuito informativo ancora indipendente. Posso quindi affermare, senza timore di essere radiato da niente, che la disobbedienza civile è un dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto (Gandhi).
Ora fate pure i vostri conti. Starnazzate da una parte e dall’altra, difendendo i vostri risibili interessi di bottega. Da una parte, continuate a organizzare convegni. Dall’altra, abbassate gli indumenti ai vostri figli e fateli sforacchiare, accarezzandoli con una mano mentre con l’altra messaggiate su Whatsapp. Accapigliatevi. Insultatevi. E soprattutto insultatemi. Sceglietevi i vostri carcerieri preferiti e non dubitate mai di nulla. Al limite mandatemi davanti a un giudice e toglietemi la patria potestà. Perché sarà questo l’unico modo che vi resta – ve lo garantisco – per poter afferrare il braccino di mia figlia e riempire il suo corpo con le vostre porcherie.
Ps. Un’ultima cosa: sono assolutamente convinto che tutte le mamme italiane saranno felicissime di sottoporre i loro figli a un’overdose vaccinale che non si è mai vista – e soprattutto mai testata – in precedenza.
Di Andrea Strozzi | 26 maggio 2017

Su Il Fatto Quotidiano

martedì 23 maggio 2017

Vaccini e Decreti Legge

Mi chiedevo la ragione del Decreto Legge che impone il vaccino (fra gli altri) contro il morbillo, dato che non mi pareva fosse l'Italia di fronte a un'epidemia.
Sul sito Epicentro, dell'Istituto Superiore della Sanità, mi sono fatta un'idea del numero di casi in Italia e nel mondo.
Qui sotto 3 screenshot relativi al 2015 grazie ai quali le ragioni dell'emergenza vaccini obbligatori, uno dei quali è appunto contro il morbillo, risulta evidente:

Italia 2015 - 193 casi
Germania 2015 - 2374 casi (in Germania pare che non vi sia obbligo di alcun vaccino)
Nigeria 2015 - 11376 casi

Fra i 12 vaccini diventati obbligatori per decreto, c'é anche quello contro il meningococco B, quello della meningite che a gennaio 2017 lo stesso sito dichiarava come un'"epidemia solo mediatica" dato che si registrano in Italia "...200 casi l'anno...mentre le forme invasive prevenibili con vaccinazioni dello pneumococco sono in diminuzione...".

Intanto però, a dicembre 2016 La Repubblica titolava: "Nigeria, la popolazione alle prese con una grave epidemia di meningite batterica".
Il 9 maggio 2017 l'epidemia in Nigeria è confermata anche da Medicina Senza Frontiere.

Se Epicentro, sito dell'Istituto Superiore di Sanità, dichiarava a gennaio 2017 che le forme invasive prevenibili con vaccinazioni dello pneumococco erano in diminuzione e che l'epidemia era solo mediatica, non sarà che a maggio 2017 l'obbligo alla vaccinazione contro il meningococco è dovuta al fatto che il rischio di epidemia lo stiamo importando?

Pare poi che da gennaio 2017 il numero di migranti nigeriani (3.448) sia inferiore a quello dei migranti provenienti dal Bangladesh (3.638), e che di quest'ultimo paese non siano disponibili dati sui casi di meningite da meningococco, secondo il sito Il Giro del Mondo che si occupa di malattie infettive e tropicali.
Però, molte altre sono le patologie infettive endemiche nel paese che trovate elencate al link e che, inevitabilmente, mettono a rischio con l'accoglienza la nostra "immunità di gregge".
Anche questo può aiutare a chiarire l'esigenza di rendere obbligatori in Italia i 12 vaccini di Miss Lorenzin.

Difterite: un'ecatombe in arrivo? Pare proprio di no. 1 caso segnalato in Austria a maggio 2017 (un 60enne di ritorno da un viaggio), 2 decessi in Venezuela...
 

Perché girarci intorno? Il problema "obbligo vaccinazioni" non riguarda l'Italia in sé (rischio eventuale vaccinopoli a parte), ma l'Italia che accoglie è costretta ad affrontare (fra le altre cose) l'alto rischio per salute pubblica connesso all'accoglienza.
Troverei più rispettoso, a questo punto (almeno), che se ne parlasse apertamente, che si informassero i cittadini italiani dei rischi sanitari che questa accoglienza massiccia comporta.
(A proposito: come vi sentite definiti come "gregge"? E' paradossale, no? Si riconosce che il "gregge" sviluppa una sua immunità, ma nessuno che abbia il fegato di dire che se mescoli un gregge con un altro, a rischio è l'immunità di entrambi. Ragion per cui i vaccini obbligatori vanno al gregge che subisce l'invasione per non offendere la sensibilità del gregge invitato a invadere)

Comunque: che tipo di visite e analisi cliniche sono previste allo sbarco per i migranti?
Vengono verificate in modo approfondito le loro condizioni di salute?
Vengono imposte vaccinazioni così come vengono imposte ai neonati e ai bambini che li accoglieranno inconsapevoli nei loro asili e scuole elementari?
(Non mi raccontate balle però: se ricordo bene, è considerata lesione dei diritti umani anche chiedere loro le impronte digitali per l'identificazione...quindi l'obbligo di infilarci l'ago spetta a noi...)
E gli adulti che arrivano, vengono monitorati dal punto di vista medico per il tempo necessario a scongiurare contagi epidemici da infezioni da noi debellate da tempo?

Visto che dovremo rassegnarci a convivere e a condividere con loro la nostra minestra, nulla ci sarebbe di male, credo, se si rispolverasse la procedura di accoglienza riservata dall'America ai nostri nonni: si provveda a una Ellis Island italiana dove, nel caso, ricoverarli per la classica quarantena a garanzia della salute pubblica.
O l'America è un faro della democrazia solo quando ci vende gli F35?

Poi, già è una sfida dover dividere il tozzo di pane, che su molte tavole italiane manca, con chi "viene dalla guerra o cerca un'occasione di vita migliore", non vorrei che con questi dati sanitari preoccupanti dei paesi di provenienza si finisse davvero con la caccia all'untore o con la vaccinazione forzata dei nostri figli per non sembrare scortesi con gli ospiti.
Oltre a fornirgli un documento provvisorio di identità, in attesa del riconoscimento o meno al diritto d'asilo, non vedrei alla fine così disturbante il fornirgli insieme un libretto sanitario che certifichi l'avvenuta vaccinazione di almeno quelle stesse 12 vaccinazioni cui si obbligano i neonati e i bambini di un paese nel quale non esiste al momento nessuna epidemia di morbillo, di meningite, di difterite, ecc.
Se l'obiettivo è l'integrazione, iniziamola dall'abc...

mercoledì 17 maggio 2017

Se foste un greco...

Magari sui 58/60 anni, disoccupato, reduce da un infarto (tipico per l'età ma anche per lo stress). 
Mettiamo che abbiate appena perso la casa perché non siete più stato in grado di pagare le ultime rate di un mutuo ventennale (ma la maggior parte delle rate le avete già pagate) e che, appena buttato fuori casa dalla banca che si è presa casa vostra, la vostra richiesta di sussidio di povertà (pochi euri al mese) venga respinta dallo stato greco perché risultate avere tasse sulla casa non versate e quindi picche: prima pagate i vostri debiti con lo stato, poi forse vi daranno 150€ al mese con cui campare.
E mettiamo che foste gay...
A che manifestazione partecipereste, oggi, nella Giornata Mondiale contro la Trans-Omofobia?

Ooohhhhh...(sento brusii di disapprovazione in sala per una domanda che mi verrà immediatamente contestata come becera, qualunquista, populista, ovviamente omofoba e priva di senso in quanto non c'é conflitto fra diritti e i diritti dei gay valgono quanto quelli dei miserabili greci...Peccato che non siano recenti notizie di manifestazioni congiunte fra contro-transomofobi e disperati/disoccupati/ecc...)

Oggi ad Atene sciopero di 24h di tutti i trasporti e manifestazioni di protesta contro
le nuove misure di austerity richieste dai creditori, in queste ore al vaglio del Parlamento. Misure che prevedono ulteriori tagli alle pensioni, nuovi aumenti di imposte più qualche ulteriore cessione di "sovranità", cioè di beni e patrimoni dello Stato.

Ricordo che di tagli alle pensioni ce ne sono già stati 3, di aumenti delle imposte più o meno altrettanti, che la sanità greca è ormai collassata e mancano farmaci, che le cure essenziali non sono più garantite, che se i greci non muoiono ancora per appendicite o polmonite è solo perché molti sono i medici, gli infermieri, i farmacisti che si prendono cura dei greci in miseria a loro spese, cioè gratuitamente. Finché tengono le loro personali finanze, ché nessuna offerta di aiuto può durare in eterno senza finire per ridurre in miseria nera pure chi agisce da uomo con il cuore in mano.
E che di svendite del proprio patrimonio lo stato greco ne ha già fatte più che in abbondanza. 
Com'é ormai normale, i manifestanti greci sono stati accolti a lacrimogeni (per quel che si sa fin qui...)

Ecco, credo che quando un paese è ridotto a mendicare un'aspirina e a mangiare grazie alle mense organizzate grazie alla solidarietà fra chi ha ancora un po' e chi non ha più niente, si debbano stabilire delle priorità: prima garantire a tutti gli umani pane, tetto sulla testa, aspirina, acqua potabile e riscaldamento (o raffreddamento, se si vive in certi poverissimi paesi africani o del sud-est asiatico).
Poi, nella mia scala delle priorità ci sono: il diritto allo studio, quello a vivere in città verdi e pulite, quello a un'alimentazione sana, e infine il diritto a partecipare alle decisioni sulle sorti future del paese dove si vive.
Solo a quel punto, soddisfatti i diritti base di tutti (intendo tutti tutti, anche di quelli che ci abitano così lontano da nemmeno ricordarci che esistono e hanno diritti base da soddisfare che valgono quanto quelli di chi ci vive intorno), ben vengano manifestazioni per i diritti dei gay, per quelli dei trans, per quelli degli uteri in affitto e per tutti quelli promozionati da chiunque si ritenga discriminato per qualunque ragione possibile.
Sapere che invece non passa ormai manifestazione (tranne ovviamente quelle contro le transomofobie e le famiglia arcobaleno), che non finisca puntualmente a manganellate e lacrimogeni, non fa che confermarmi che i diritti dei trans-gay hanno oggi miglior accoglienza di quelli dei morti di fame.
Fino a lì, fino a quel lontano giorno in cui umani di buon senso manifesteranno per il rispetto delle priorità vitali di tutti, per me sottoscrivo quanto detto da Marina Ripa di Meana, la quale sentenzia in un'intervista su Dagospia: "E' una pagliacciata, consiglio a tutti i miei amici omosessuali di boicottarlo (il Gay Pride - ndb)".
I greci, i poveri, i disoccupati, i pensionati a 4/500€ al mese, quando vinceranno?
Mettiamo che foste greco, disoccupato, anziano, magari reduce da un infarto e che foste un gay/trans, davvero ve ne fregherebbe qualcosa oggi della Giornata Mondiale contro la Trans-Omofobia?

lunedì 1 maggio 2017

Kral Majales

Nel 1965 Allen Ginsberg arriva per la seconda volta a Praga, allora capitale della Repubblica di Cecoslovacchia, paese sotto la sfera d’influenza dell’U.R.S.S.

Partecipa alle sfilate in costume e ai baccanali del Festival del Kral Majales, festa tradizionale cecoslovacca che durante il regime diventa occasione di opposizione mascherata, ed è qui che il poeta viene incoronato Re di Maggio (Kral Majales) dall’assemblea degli studenti universitari. Nel suo discorso di incoronazione dedica la sua corona a Franz Kafka.

Poco dopo viene arrestato dalla polizia, tenuto in isolamento e successivamente caricato a forza su un aereo con destinazione Heathrow, Londra.

E’ durante questo volo che scrive Kral Majales,
la poesia riportata qui sotto nella traduzione di Fernanda Pivano (sue anche le note) da me ripresa da Mantra del Re di Maggio, edizione Oscar Mondadori, 1973.

E i Comunisti non hanno da offrire che guance grasse e occhiali
e poliziotti bugiardi
e i Capitalisti profferiscono Napalm e denaro in valigie verdi ai
Nudi,
e i Comunisti creano l’industria pesante ma anche il cuore è
pesante
e gli ingegneri bellissimi sono tutti morti, i tecnici segreti cospirano per il loro splendore
nel Futuro, nel Futuro, ma ora bevono vodka e si lamentano per le Forze dell’Ordine,
e i Capitalisti bevono gin e whisky sugli aeroplani ma lasciano
affamare milioni di Indiani bruni
e quando sederi Comunisti e Capitalisti si intrecciano l’uomo Giusto viene arrestato
o derubato o decapitato,
ma non come Kabir (1), e la tosse da sigaretta dell’uomo Giusto sopra le nuvole
nella luce viva del sole è un omaggio alla salute del cielo azzurro.
Perché io sono stato arrestato tre volte a Praga, una volta perché
ho cantato ubriaco nella via Narodni,
una volta scaraventato sul marciapiede di mezzanotte da un agente
che strillava tra i baffi BOUZERANT! (2)
una volta perché ho perduto i miei quaderni di insolite opinioni
sesso politica sogno,
e fui mandato via dall’Havana (3) in aereo da poliziotti in uniforme
verde,
e fui mandato via da Praga in aereo da poliziotti in vestiti borghesi cecoslovacchi,
Giocatori di carte come in Cezanne, le due bambole strane che entraro in camera di Joseph K.(4) al mattutino
anche entrarono nella mia, e mangiarono al mio tavolo, e esaminarono
i miei scarabocchi,
e mi seguirono notte e mattutino dalle case degli amanti ai caffè
del Centrum (5) -
E io sono il Re di Maggio, il quale è il potere della gioventù sessuale,
e io sono il Re di Maggio, il quale è attività in eloquenza e azione
in amour,
e io sono il Re di Maggio, il quale è capelli lunghi di Adamo e la Barba del mio stesso corpo,
e io sono il Re di Maggio, il quale è Kral Majales (6) nella lingua cecoslovacca,
e io sono il Re di Maggio, il quale è la
vecchia poesia Umana, e 100.000 persone scelsero il mio nome,
e io sono il Re di Maggio, e fra qualche minuto atterrerò all’aeroporto
di Londra,
e io sono il Re di Maggio, naturalmente, essendo di genitori slavi e Ebreo Buddhista
che adora il Sacro Cuore di Cristo il Corpo Azzurro di Krishna la
schiena dritta di Ram (7)
le collane di Chango il Nigeriano (8) e canto Shiva Shiva (9) in una
maniera che ho inventato io
e il Re di Maggio è un onore mitteleurope, mio nel XX secolo
nonostante le astronavi e la Macchina del Tempo, perché ho udito
la voce di Blake (10) in una visione
e ripeto quella voce. E io sono il Re di Maggio il quale va a letto
con teenagers ridendo.
E io sono il Re di Maggio, espulso io sia dal mio Regno con Onore,
come in antico,
a mostrare la differenza tra il Regno di Cesare e il Regno del Maggio
dell’Uomo -
e io sono il Re di Maggio, però paranoico, perché il Regno di Maggio ha troppa bellezza per durar più di un mese -
e io sono il Re di Maggio perché mi sono portato un dito alla
fronte per salutare
una grossa ragazza luminosa dalle mani tremanti che disse: “Un
momento Signor Ginsberg”
prima che un grasso giovane poliziotto  in Borghese si mettesse
tra i nostri corpi - io andavo in Inghilterra -
e io sono il Re di Maggio, di ritorno a vedere Bunhill Fields (11) e
a passeggiare in Hampstead Heat, (12)
e io sono il Re di Maggio , in un gigantesco aviojet che tocca(13)
l’aeroporto di Albione (14) e tremo di paura
mentre l’aereo atterrando sull’asfalto grigio romba, si scrolla ed
espelle aria,
e dondola lentamente fino a fermarsi sotto la nuvola con una parte
di cielo azzurro ancora visibile.
E anche se sono il Re di Maggio, i Marxisti mi hanno picchiato
per strada, mi hanno tenuto in piedi tutta la notte in un Com
missariato, mi hanno seguito attraverso Praga Primavera, mi
hanno detenuto in segreto e deportato dal nostro regno in aereoplano.
Così ho scritto questa poesia su un sedile di jet in mezzo al Cielo.


7 Maggio 1965

In epoca di educati e retributivi Concertoni di Maggio, sui cui palchi salgono gruppi e cantanti il cui tasso di ribellione al sistema è così inoffensivo da risultare sedativo, mi piace ricordare che c’é stato un tempo in cui un poeta pazzo fu incoronato Re di Maggio in un rito più antico del liturgico 1° Maggio quale Festa dei Lavoratori e che, non appena sceso da una carrozza di fiori e incoronato, fu arrestato e spedito in esilio, così che non nuocesse troppo alle parate e ai canti dei lavoratori, oggi tutti ugualmente fottuti. 

Forse l'unica uguaglianza che conosceranno mai.

Note:
1. Kabir: ciabattino analfabeta del XIII secolo, mistico poeta santo di Benares, tradotto da Tagore, Ezra Pound e Robert Bly. Un suo famoso verso dice:" Se l'amore fosse in vendita nelle piazze del mercato al prezzo di una testa, mi taglierei la testa".
2. BOUZERANT: parola cecoslovacca che corrisponde più o meno al nostro "finocchio"
3. Havana: nella primavera del 1965 il poeta venne espulso da Cuba per "violazione delle leggi". Quando chiese quali leggi avesse violato, il burocrate  responsabile gli rispose che doveva chiederlo a se stesso. In realtà l'espulsione va imputata alle esplicite conversazioni del poeta sulla propria omosessualità e alle sue proteste circa le leggi repressive a questo proposito in vigore nella Repubblica Cubana.
4. Joseph K. : eroe del Processo di Kafka, scrittore appunto cecoslovacco
5. Centrum: è il centro della città di Praga
6. Kral Majales: parola cecoslovacca che significa Re di Maggio. A Praga il 1° Maggio viene celebrato tuttora con una festa tradizionale di origine antichissima durante la quale gli studenti e gli intellettuali nominano una "Regina" e un "Re di Maggio",  scegliendoli tra i poeti o gli scrittori o i personaggi popolari. Nel 1965 una folla di 100.000 persone elesse Allen Ginsberg dopo che il poeta aveva attraversato la città su una carrozza fiorita scortata dagli studenti del Politecnico. L'elezione suscitò i sospetti xenofobi delle autorità che, servendosi dei testi pare compromettenti di un pezzo del diario perduto del poeta a un concerto di rock and roll e trovato (o così si dice) da un poliziotto che lo pedinava, lo espulsero da Praga accompagnandolo in stato di arresto a un aereo in partenza per Londra
7. Ram: eroe dell'epopea indiana Ramayana, incarnazione di Vishnu
8. Chango: dio fallico adorato dalla tribù nigeriana Yoruba
9. Shiva: dio della nascita e della morte nella religione indù
10.William Blake: poeta inglese. Nel 1948 Ginsberg ebbe una visione: mentre leggeva Sunflower, appunto di Blake, udì una voce che lo leggeva. Con parole sue:" Tutto mi parve completamente vivo, come una intelligenza concretizzata, e guardando dalla finestra tutti i cornicioni vittoriani degli slums 1910 dello Harlem spagnolo diventarono l'opera manuale di un creatore: ogni mattone e su nel cielo, il sole, la stessa sostanza azzurra dello spazio". Questo avveniva parecchi anni prima che il poeta incominciasse le esperienze psichedeliche
11. Bunhill Fields: luogo di sepoltura del poeta William Blake, in un cimitero nell'East End di Londra
12. Hampstead Heath: vasta prateria boscosa che circondava la casa in cui abitò il poeta John Keats 
13. Si intende: le ruote dell'aereo sfiorano il suolo dell'aeroporto. La poesia è stata scritta in aereo durante il volo tra Praga e Londra 
14. Albione: nome con il quale il poeta William Blake designava l'Inghilterra

sabato 11 marzo 2017

Creare problemi, offrire soluzioni

Impossibile non ricordare la seconda delle 10 Strategie della manipolazione attraverso i mass media di Noam Chomsky stamattina:

    2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
 

- Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

Torna utile per capire il senso della notizia letta oggi su Il Mattino di Padova: siamo dentro non solo alle 10 strategie per la manipolazione di massa di Noam Chomsky, ma pure a quelle della Shock Economy di Naomi Klein.

La notizia: il Comune di Selvazzano, in provincia di Padova, paga un'assicurazione contro i danni provocati dai ladri nelle case e negli appartamenti di (per ora) 10.000 residenti.


La polizza prevede (riporto da Il Mattino):

    "...l’invio di una guardia giurata per la custodia della casa e dei beni, l’invio di un artigiano (fabbro, vetraio, falegname, idraulico, elettricista) per la riparazione dei danni, l’invio di una collaboratrice domestica per la sistemazione dell’alloggio e la copertura delle spese d’albergo in caso di inagibilità dell’abitazione. In merito alle garanzie di assistenza alla persona, in caso di necessità è previsto l’invio gratuito di un medico, di un infermiere o fisioterapista e di una collaboratrice domestica in caso di danni fisici che obblighino ad una temporanea inagibilità..."

Sembra una buona notizia, vero? Il Comune si fa carico di venire incontro ai disagi causati ai propri cittadini da eventuali visite dei ladri.

E però, anche vedendolo come "atto dovuto", essendo il Comune responsabile della sicurezza e della salute dei propri cittadini, è insieme l'ammissione dell'incapacità (o della non volontà politica) dell'Amministrazione di tutelare, come dovrebbe, i propri cittadini.

Domanda oziosa: se i comuni sono consapevoli che il problema dei ladri in casa è così diffuso da dover provvedere con un'assicurazione a delle forme di risarcimento là dove non riesce a tener fede ai propri doveri istituzionali, com'é che insieme a questo non si ha notizia di pressioni sul Governo da parte degli stessi primi cittadini affinché si rafforzino le strutture giudiziarie così che il carcere (e/o l'espulsione immediata, se si tratta di delinquenza straniera), diventi una certezza tale da stroncare alla radice un fenomeno nuovo nelle modalità e nella sua crescita esponenziale?

Qualche giorno fa, sempre su Il Gazzettino si dava notizia, sempre in quel di Selvazzano, di due ladri, conosciuti dalle forze dell'ordine, i quali:

    "Scarcerati il venerdì, hanno proseguito nelle loro azioni, già dalla sera stessa hanno proseguito con i furti alle auto in sosta. Il pomergiggio seguente i due sono stati fermati dalle forze dell'ordine per il reato di ricettazione in concorso".

Nei titoli di testa dei maggiori quotidiani nazionali di ieri, la notizia dell'uomo di Lodi il quale, svegliato nella notte da 4 ladri che, penetrati nell'osteria di proprietà sottostante l'abitazione lo stavo derubando, ha preso a fucilate i malviventi in fuga uccidendone uno con un colpo, pare, alle spalle.

Fra i commenti in rete, molti esprimono condanna per l'uomo che ha sparato perché "se gli spari alle spalle non è legittima difesa, è omicidio".

Ci sta, giuridicamente.

Ma commentare per diletto e a posteriori un fatto simile non significa aver idea di cosa si muova nelle viscere di un uomo che vede violata la propria casa, quindi la propria intimità, e si vede derubato da chi si sente ormai così sicuro di farla franca da nemmeno temere reazioni nel trovarsi di fronte un fucile.


In un clima di crescente (e giustificato) allarmismo, quando è quotidiana la notizia di persone derubate in casa, spesso mentre dormono, a volte massacrate di botte per i pochi euro di pensione quando non uccisi o torturati dai ladri, sapendo poi che raramente subiscono per questo quelli delle pene, come si fa a non tener conto della paura e della rabbia di chi subisce e si sente sempre più solo contro un nemico contro il quale le istituzioni paiono essere (lo sono?) impotenti?

Sono sentimenti che lì, sul momento, quando ci si trova di fronte nella notte dei malviventi delle cui reali intenzioni non ci si può certo informare mentre si è sotto shock, fanno piazza pulita di qualunque razionalità del giorno prima e di qualunque legge razionale si conosca: la paura e la rabbia sono reazioni emotive/istintive incontrollabili, e spesso sono quelle che sotto stress si rivelano decisive e spesso ci possono salvare la vita.

Come si fa a pensare che in una situazione simile uno possa ragionare con il codice penale ben chiaro in testa?

Stiamo parlando di normali cittadini, non di truppe d'assalto allenate a controllare l'emotività sotto stress e capaci di reagire a qualsiasi aggressione nel cuore della notte facendo mente locale di mirare solo alle gambe o ai piedi.

Se si è in preda al panico, alla paura o alla furia per aver appena subito un'intrusione in casa nella notte, non importa se per un furto e di quale entità (che di solito si verifica solo dopo), come si può pensare che possa prevalere in ognuno di noi la razionalità che spesso ci manca anche in normali situazioni di stress nella vita quotidiana?

Dato l'aumento dei furti in abitazione, spesso con esiti di percosse, ferite e perfino morti, la paura che fa premere di rabbia un grilletto, è più che comprensibile, e nessuno di noi ha idea di come potrebbe reagire se si trovasse a viverlo: nulla è peggio del non aver certezza di poter dormire tranquillamente nel proprio letto perché si teme che chiunque possa entrarti in casa non solo rubare le tue cose mentre dormi, ma per privarti con l'intrusione del diritto alla tua intimità. Se in più sai (dalle molte notizie di cronaca), che potrebbe massacrarti di botte, siamo a una paura ancestrale fuori da ogni ragione e fuori da ogni civile responsabile auto-controllo.

Non ricordano questi ammessi
troppi furti impuniti (dall'Amministrazione di Selvazzano), quel secondo punto di Noam Chomsky che dice "...lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana..."?

E non rientra nella logica della Shock Economy di Naomi Klein, questa stupefacente polizza assicurativa contro i ladri che il Comune di Selvazzano "offre" ai suoi cittadini?

Creare il problema, offrire la soluzione.

Soluzione che, sia chiaro, non è gratuita: qualcuno paga, cioè i cittadini cui poi la si "offre" come soluzione; qualcuno ci guadagna, cioè la compagnia assicuratrice (Gruppo Unipol, tanto per dire...).
E se anche la polizza prevede l'invio di una guardia giurata e di una cameriera che rimetta ordine (o di un medico se si è stati pestati), quella polizza non risolve alcun problema riguardo ai furti e ai ladri.

I quali possono continuare a entrare di notte in casa senza che nessun Comune, assicurato o meno, riesca a garantire ai propri cittadini che anche (e se) una volta presi, passeranno un ragionevole periodo di tempo in carcere o, se stranieri, saranno rimpatriati a scontare la pena nelle carceri dei loro paesi di provenienza.

Nessuna polizza poi riuscirà mai a garantire la preparazione emotiva necessaria a sostenere lo stress di sentirsi insicuri anche in casa propria né potrà garantire che, trovandosi di notte i ladri in casa, un cittadino armato, e più emotivo di un altro, riuscirà in quel momento a far mente locale di mirare solo alle gambe dei ladri, così da evitarsi non solo un'accusa di omicidio, ma di vedersi magari pure citare in giudizio dai parenti del ladro per un sostanzioso risarcimento per la perdita di "quel bravo figlio" che era l'unica fonte di sostentamento della famiglia.

E stiamo parlando "solo" dei ladri e dei furti.
Poi ci sarebbe tutto il fosco capitolo sugli immigrati come strategia del creare un problema per offrire una soluzione, ma forse non è diverso, forse è lo stesso problema con una diversa futura offerta di soluzione.
E temo che non sarà una polizza assicurativa...