Visualizzazione post con etichetta Seccatori. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Seccatori. Mostra tutti i post

lunedì 20 dicembre 2021

Pubblicità regresso

 Regola N° 6 - Avanzi:

Se provengono dai piatti degli altri, o se sono stati a lungo sulla tavola, esposti alle goccioline, è meglio ricuocerli. Per uccidere virus e batteri servono 60°, anche per pochissimi minuti

Vorrete mica contagiare la pattumiera?

E comunque, pagherei per assistere alla ricottura "a 60°" degli avanzi dei purceddhruzzi 

venerdì 8 febbraio 2019

Di tutti i futuri possibili, questo...

Ho passato (quasi) la notte a vedermi il video di una conferenza che si è tenuta a Firenze lo scorso maggio 2018. 
Relatori: Fritjof Capra (Il Tao della fisica) e Stefano Mancuso (Plant Revolution). 
Titolo: Futuro vegetale.

La sera prima avevo scoperto (nel senso che non la conoscevo) Erica Poli, Psichiatra, Psicologa e Counselor, particolarmente ferrata e brava nel parlare di neuroscienze e neuropsicobiologia, riuscendo a essere semplice e comprensibile a chiunque. 
Nel video, a un Tedx a Reggio Emilia, parla di Codice Umano:  dalla Genetica all'Amore (il video dura circa 16', vedetelo, vi farà sentire bene). 

Poco dopo stavo pensando: come si concilia la bellezza di tutto questo con quest'altro?
O con questo?
O con questo?
Se è certo che l'evoluzione è un fatto personale, e se è vero che questa evoluzione è frutto anche di ambiente e contesto in cui vivi, è purtroppo altrettanto certo che chi vive immerso in un mondo culturalmente fermo alla legge del taglione e della savana, proprio per quei fattori ambientali/culturali, se portato a vivere nel mondo occidentale di Fritjof Capra e Stefano Mancuso, avrà serissime difficoltà ad ambientarsi. Con esiti drammatici per lui e per quelli che gli devono forzatamente convivere insieme senza comprendere il suo totale disadattamento.
Penso spesso che certi drammatci fatti di cronaca, che vedono sempre più spesso autori di efferati delitti dei migranti senza legge e allo sbando totale, siano la misura di questo profondo disallineamento fra la cultura dalla quale provengono e quella nella quale sono arrivati a vivere senza poterla comprendere fino in fondo.
Sono due mondi in rotta di collisione forzata.
Arrivano a comprendere la moda, i mezzi tecnologici, i soldi, cioè la superficie del mondo occidentale che li abbaglia e, sempre più spesso, inganna ormai gli occidentali.
Non comprendono il processo storico e culturale che a questo mondo dei lustrini occidentali fa da fondamenta, fondamenta invisibili ma ben delineate e sempre più spesso sconosciute appunto anche agli stessi occidentali, i quali però le hanno comunque nei loro invisibili mattoncini del Dna e nel profondo della loro memoria ancestrale.

Così succede che, non potendo comprendere ciò con cui devono confrontarsi, fanno affidamento alla cultura di provenienza: lo stupro (dicono certi magistrati che li assolvono) non è da loro considerato un reato. Il considerare le donne esseri inferiori, che vanno negate coprendole come sacchi della spazzatura a tutela dei loro stessi peccaminosi pensieri. E la cosa difficilmente trattabile è questo negarle, questo coprirle per difendersene, che è da loro considerato una questione religiosa, quindi insindacabile. 
La legge del taglione, la decapitazione, la lapidazione sulla pubblica piazza sono pratiche di legge accettate e condivise anche da chi le subisce, così come possiamo immaginare che questi mondi arrivino nell'ipocrita occidente cambiando valori che nella loro mente considerano leggi divine?
Non c'è modo.

Poi c'è appunto quest'altro: che un occidente europeo pavido e ipocrita, un occidente che nega l'evidenza dell'impossibilità di far convivere due mondi che si stanno agli estremi opposti, ricamandoci sopra questioni di diritti e opportunità senza nemmeno farsi sfiorare dalla questione delle questioni, valida sempre: se è vero che tutti hanno diritto ad evolversi, e che tale opportunità di una migliore qualità di vita va data a chiunque, è altrettanto vero che per portare chi arriva dritto dalle caverne al mondo che esplorano Capra e Mancuso, sarà gioco forza portare per un po' nelle caverne l'evoluto occidente che con le caverne del taglione, delle donne nel sacco e delle mannaie in metropolitana sono sempre più obbligate a convivere.

Il dramma in atto è che mentre una parte del mondo ci lascia intravvedere la possibilità di una vita pieni di senso e di bellezza che grazie a filoni di ricerca sempre più ci avvicina alla profondità del nostro essere in potenza microscopiche cellule di luce divina, nella nostra quotidianità, in quello stesso mondo, ci sentiamo minacciati da un regresso all'ignoranza più truce al punto che finiamo impietriti a difenderci da minacce fisiche e culturali che risvegliano in noi terrori per la sopravvivenza di ciò che siamo. Paure che pensavamo di aver relegate nella memoria più profonda e invece le sentiamo risalire alla coscienza e paralizzare in noi ogni spinta in avanti, verso quell'esistenza piena di bellezza e senso che sappiamo possibile.
Negarla, quella memoria che risale alla coscienza, è già una regressione e un'apertura alle possibili cataratte di una nuova violenta lotta per la sopravvivenza del più forte.
Cioè del meglio armato contro il meno preparato a vedere i germi di quella violenza che già gli aleggiano intorno.
Eppure, una cosa dovremmo averla imparata, noi che ci dilettiamo di Yin e Yang, di Consapevolezza e Yoga, di leggi dell'attrazione e fantasmatiche virtù purificanti di diete vegane o respiriane, noi che ce la spassiamo a tentare di comprendere cosa sia arrivare alla ricomposizione dell'equilibrio in un Uno che Tutto comprenda: se ammettiamo l'esistenza del Bene, che vogliamo tutti raggiungere al più presto, necessariamente e implicitamente ammettiamo l'esistenza del Male, che è l'altro lato della stessa medaglia.
Negare che il Male esista è già un piccolo indizio che qualcosa nella nostra logica non funziona tanto bene.

I Capra, i Mancuso, le Poli sono i miei fari nella notte buia che stiamo vivendo.
Ma sono appunto fari nella notte.
Poi arriva il giorno, e non so negare ciò che vedo e sento e provo, leggendo di poliziotti presi a mattonate in faccia da immigrati, di donne stuprate da migranti assolti da magistrati che riconoscono loro la legge del tribale selvaggio il quale non sa, non può sapere, che le donne non si stuprano.
Leggo di pensionati aggrediti per strada e minacciati con coltello alla gola per rubargli un telefono o pochi euro, e mi prende lo sconforto sapendo che chissà, un altro magistrato assolverà pure quel delinquente perché, povero, lui non sa che qui non si fa.
O come quello che ha assolto lo spacciatore perché non ha altre fonti di reddito (ma se a spacciare è un italiano pensionato nessuna pietà, chè per lui la legge è più uguale che per il selvaggio).
O quando leggo di cristiani massacrati in giro per il mondo e di un Papa che si vergogna della croce che mimetizza in un logo astruso per andare a parlare di colloqui interreligiosi con capi di paesi islamici che infibulano le loro donne e le rinchiudono sotto palandrane nere per evitarsi tentazioni, come se Dio le avesse fatte davvero inferiori e peccatrici, così mi chiedo che razza di dialoghi interreligiosi vada a fare uno che per primo nega perfino il simbolo della sua stessa religione della cui chiesa è poi il capo supremo.
Cose brutte, che ti fanno chiedere perché mai di tanti possibili futuri sognati ci si debba oggi arrabattare per tenere insieme questo e temendone uno perfino peggiore di qui a non molto.
Nonostante vi siano oggettive e concrete possibilità di altri diversi presenti e futuri, nonostante vi siano viventi e attivi fra noi magnifici sognatori di mondi e futuri bellissimi che sono già qui...

sabato 8 dicembre 2018

Cretini ovunque

Qualcuno diceva, non a torto, che i poveri fanno le rivoluzioni non perché aspirano alla giustizia sociale, non per il rispetto della propria dignità e della propria vita comunque sia, ma solo per poter avere le case e gli oggetti che hanno i ricchi.
Insomma, vien da pensare che la famosa "invidia sociale" non sia tanto lontana dalla verità, vedendo questi gilet jaune che, nel bel mezzo di un'imponente manifestazione dove parecchi oggi sono stati feriti e pare un ragazzo sia morto, non trovano di meglio che andare a svaligiare l'Apple store.
Se vai a contestare il sistema che ti esclude, l'iPhone nel negozio lo sfracelli, non lo rubi.
Per me questi sono esempi di come non sia possibile migliorare l'esistenza di nessuno, con le manifestazioni in piazza.
Non perché non servano, servono però solo se chi vi partecipa ha chiaro il perché è lì a prendere legnate e freddo.
E se oggi fossi stata a Bordeaux, e avessi visto questi rubare iPhone, avrei incitato i poliziotti a sparare pallottole di gomma contro questi cretini: sono un insulto a tutta la gente che in Francia è scesa in piazza per delle nobilissime e condivisibilissime ragioni.
Che non hanno nulla a che fare con i furti: i ladri sono quelli che ti rubano la vita e dovresti contestare, non imitare.
Purtroppo però, quando scendi in piazza non puoi sapere chi ti segue, e i cretini si sa, sono ovunque e sono ingovernabili.
O meglio, li governi benissimo: basta dargli appunto un iPhone, oggetti e abiti firmati e magari aprirgli un negozio di caffè americano sotto casa: i cretini si metteranno prontamente in fila come pecore per ore solo per sentirsi appagati quel tanto che basta a farsi un selfie da pubblicare subito sui social.
Poi sono pronti per essere usati e spremuti come limoni a vita, altro che giustizia sociale.
E non sono cretini di nuovo conio, eh? Così ce ne sono sempre stati, tipo quelli che un tempo andavano alle manifestazioni con le Clarks e lo scaldino per le mani, tanto le legnate le prendevano per loro gli operai con le scarpacce sfatte e i calzini di lana con i buchi.



P.S. h. 13.56 del 9.12.18
Qualcuno su Twitter mi informa che...
P.P.S. Per dovere di cronaca, ecco il puntualizzatore a commento del tweet precedente (insomma, come si fa a dire che erano arabi, mica gli si vede il volto...e volendo ha pure ragione):

sabato 3 marzo 2018

Silenzio elettorale.

Sottoscrivo.
Ci mancava la linguetta da staccare sulla scheda, come a dire che non siamo degni di fiducia e ci serve il tagliando di garanzia, come ai polli sullo scaffale, da esibire alle urne. La prossima avremo il codice a barre e basterà strisciare la tessera sanitaria con microchip.
— Marco (@MatteoFriendzy) 2 marzo 2018

Video by @ilPermeista

domenica 28 gennaio 2018

Sogno astensionisti ribelli

Non erano forse belli i tempi del Vaffa...grillini prima maniera?
Non è nato da un Vaffa...il M5S?
 Oggi sto cercando di capire come o cosa dovrei votare, e già a spulciare gli elenchi delle liste elettorali capisco che no, davvero, non ce la posso fare: per capire davvero come funziona il voto con questa legge elettorale dovrei perderci un'intera domenica rimanendo col dubbio di averci capito qualcosa.
E no, non ne ho voglia.
Perché, poi?
Per votare chi?
Mi arriva stamattina la notizia di un nuovo partito del quale fino a ieri non immaginavo nemmeno l'esistenza: Potere al Popolo
Leggo a volo d'angelo chi e cosa, e mi pare di tornare al giurassico: no, nemmeno di questo mi interessa capire qualcosa (a volte ho come la sensazione, sbagliata, di aver già capito tutto della politica e del voto).

Mi dico che però anche non andare a votare per ingrossare le fila degli astensionisti non mi pare una gran pensata: a chi vuoi che importi se ce ne stiamo a casa in tanti?
Anche votassero il 10% degli aventi diritto un governo quelli se lo inventano comunque (non ci hanno forse già abituato ai governi tecnici, inventati o imposti dal Presidente, di unità nazionale o quel che gli pare?).

Niente: non mi va di stare a casa, e quindi in silenzio; e non mi va di sentirmi in dovere di scegliere il "meno peggio".
Per come la vedo, il meno peggio è già così tanto peggio rispetto a quello di cui secondo me ha bisogno questo paese alla deriva da farmi pensare che no, sono proprio stufa di rattoppi, di pezze tanto per tirare a campare, di gente che la cosa più rivoluzionaria rispetto al presente che mi sa promettere è che "bisognerà rivedere i Trattati a livello europeo" o che mi tortura con complicatissime architetture economiche, monetarie e finanziarie per uscire dall'euro ma anche no, del recuperare la sovranità ma vedremo come, da essere stressata già prima di iniziare a leggere ancora qualcosa sui temi caldi di questa tornata elettorale che si regge tutta sui like, sui tweet, sulle sparate via social di gente che più che a dei politici assomiglia a partecipanti di un nuovo gigantesco reality show nazionale.

No, basta, sono stufa di vivere a Topolinia, cioè in un paese che è ormai abitato da assatanati dell'acchiappa click tanto per dire di esistere ancora.

Quindi?
Quindi farò come Grillo prima maniera: lancio il Partito dei votanti Vaff.....o sulla scheda.
Perché mica voglio starmene zitta a casa per dire che ho bisogno (sì, bisogno) di persone che ridiano alla politica un senso più alto e onorevole di un nuovo follower su Twitter.
Lo voglio dire chiaro che mi sono stufata, che però ci sono e non intendo rinunciare al mio diritto di voto.
Quindi vado e annullerò la scheda scrivendoci sopra un grande Vaffanculo a tutti!

Mentre già pregusto questa ribellione da terza elementare (questo è quello a cui hanno ridotto i miei alti ideali anni di tragica fuffa politicante), immagino come sarebbe bello se tutti gli aspiranti astensionisti andassero alle urne a scrivere un grande Vaffanculo a tutti! sulla scheda.

Se, come si pronostica, gli astensionisti saranno questo giro la maggioranza degli aventi diritto al voto, si otterebbero due sberle sonore: 1. smentire i pronostici e far invece salire le percentuali dei votanti; 2. un 30/35% di schede annullate con un satanico urlo Vaffanculo tutti! che arriverebbe chiaro e forte a quei relitti umani che stanno in queste ore scannandosi per la candidatura in un collegio ma anche in un altro.

Ecco, è domenica mattina e sogno questa gigantesca ribellione.
Non serve a niente, lo so.
Ma almeno a non starmene a casa e in silenzio, sì.

sabato 7 ottobre 2017

Bed-In

Ieri mattina sono stata brutalmente svegliata dai gridolini isterici di una vicina che s'illudeva di far rientrare il cane in casa dopo avergli consentito di uscire senza lacci e lacciuoli. Anziana, non si piega, quindi non sa gestire né le fughe del cane né tantomeno, la raccolta delle sue deiezioni sul prato.
Quindi s'immagina che la libertà del cane si possa gestire con dosi massicce di vieni qui amore, dai che è ora di andare, vieni con la mamma (quella delle mamme dei cani è universale: se una donna ha un cane, di default si sente mamma, con quel che di tragico ne consegue...).

Stamattina sono stata invece brutalmente svegliata dalla vicina del piano di sopra la quale, essendo sabato e quindi giornata di pulizie, inzia presto a sbattere porte, spostare divani e poltrone, passare scope e stracci e aspirapolveri, piena di energia ripulente e disinfettante (vive sola in 40mq, e ogni sabato sono grandi pulizie di primavera, chi le sporchi casa non si sa...).

Ho provato a resistere, come sempre, alle brutali sollecitazioni esterne girandomi prima da una parte, poi dall'altra, poi niente: mi irrita di prima mattina che a decidere a che ora è la sveglia non sia il mio bioritmo, ma le iperattività domestiche (o canare) altrui.

Essendo tendenzialmente una nottambula, amo però dormire comunque le mie otto ore, e questi risvegli imposti dai bioritmi altrui mi fanno iniziare la giornata già pronta a sparare.

Una cosa di cui mi sono infatti convinta, dopo anni di osservazione e patimenti, è che chi va a dormire con le galline e si sveglia con il canto dei galli, è sempre un potenziale guerrafondaio: imponendo a metà del mondo i propri ritmi, innesca nell'altra metà l'inevitabile desiderio di vendetta tremenda vendetta.

Se non scoppiano quotidianamente guerre condominiali non è perché siamo civili, ma perché chi ama dormire evita di rovinarsi, oltre al risveglio, anche la giornata, passandola a litigare con l'iperattività altrui.
Insomma, è una pratica costante di non-violenza, un'ascesi praticata fin dalle prime ore del mattino in attesa che arrivi sera e le galline vadano finalmente a dormire così da avere qualche ora di pace fino al mattino dopo quando, appena sveglie, quelle devono far sapere al mondo quanto son brave a fare le uova.

Dormire, riposare, fare di meno, non di più, è l'unica via verso la Pace nel mondo.
Ben lo avevano capito i coniugi Lennon che già nel '69 del secolo scorso dichiararono essere il letto (e il dormire), una via di Peace&Love.


E' tutto qui, il segreto, niente di complicato. 
Eppure, sono circondata da gente che si agita, che s'inventa fin dal mattino tremila cose da fare al solo scopo di convincersi di essere vivi.

Per me, essere viva, è essere in pace in compagnia di me stessa: dormire, leggere sul divano (o sulla sdraio d'estate), con calma inventarmi un pranzo intorno a mezzogiorno e, se possibile, farci una pennica sopra, tirando poi sera a film, serie, tv, qualche telefonata a qualche cliente con il quale scambiarci gentilezze facendo affari senza starsela troppo a tirare su budget, costi e ricavi, irritanti tecniche di marketing e tutte le stronzate produttive che fanno sentire figa e attiva la stragrande maggioranza delle galline e dei galli in costante attività.

Galline e galli per i quali sogno ogni mattina dosi intensive di napalm, subito mediato con però almeno un paio di tranquillanti fateveli, una camomilla doppia, una dose di oppio, un po' di morfina, un paio di canne, qualunque cosa vi dia una calmata così che riusciate a lasciare in pace il mondo.
Fate di meno, non di più, se volete davvero sentirvi vivi.
Agitarsi è agitarsi, non essere vivi.
E dormite, perdìo!