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domenica 19 maggio 2019

E ci mancava, la lettera dell'ONU

Il titolo su IlFQ online di stamattina, domenica 19 maggio 2019:
 

Migranti, lettera dell’Onu all’Italia: “Ritirare direttive anti-ong e stop a dl Sicurezza bis. Violano diritti umani”

In sintesi, la lettera:

"...chiede al governo di ritirare le circolari di Salvini contro la Mare Jonio e di bloccare il provvedimento che multa le ong che effettuino soccorsi in mare. Il decreto sicurezza bis, a giudizio degli esperti delle Nazioni Unite, “è potenzialmente in grado di compromettere i diritti umani dei migranti, inclusi richiedenti asilo e le vittime o potenziali vittime di detenzione arbitraria, tortura, traffico di esseri umani e altre gravi violazioni dei diritti umani”.
Se il Salvini che chiude i porti "viola i diritti umani", non mi pare esempio di democraticità e rispetto dei diritti umani l'Islam che l'ONU ci sollecita a importare.

Quindi, alla fine, domenica si deciderà solo se sia più più fascista questa Milano


o questa


Voi importate e aspettatevi di dover sottostare alla legge islamica, poi potrete appellarvi all'Onu, quando saranno abbastanza da imporre la legge del taglione al posto del decreto sicurezza. 

Aprite i porti, lasciateli entrare, contenti oggi dell'esotismo di mettervi il velo e inginocchiarvi a 90° per finta, mentre parlate di rispetto dei diritti umani di chi lapida le loro donne dopo averle stuprate e taglia le mani a chi ruba.
Quando saranno abbastanza, e non manca molto, venitemi poi ancora a parlare del fascismo di Salvini che chiude i porti e pensa a un decreto sicurezza bis.

Che non ho votato il 4 marzo 2018 ma che forse mi convincerò a votare domenica prossima.
Perché ho una sola regola sull'accoglienza: bussate alla mia porta e vi sarà aperto.
Ma la regola generale ne sottintende una serie di altre: una volta che siete in casa mia valgono le mie leggi, la mia laicità è sovrana, la mia tolleranza per i comportamenti bizzarri finisce nel momento in cui scopro sul mio tappeto uomini inginocchiati con le chiappe al vento.

Ci si inginocchia per sottomettersi, e gli schiavi volontari li disprezzo profondamente da sempre.

giovedì 21 marzo 2019

L'Economia (i schèi)

Semplice, sintetico, sostanziale.
Chi la complica, non ha interesse a farsi capire.

sabato 8 dicembre 2018

Cretini ovunque

Qualcuno diceva, non a torto, che i poveri fanno le rivoluzioni non perché aspirano alla giustizia sociale, non per il rispetto della propria dignità e della propria vita comunque sia, ma solo per poter avere le case e gli oggetti che hanno i ricchi.
Insomma, vien da pensare che la famosa "invidia sociale" non sia tanto lontana dalla verità, vedendo questi gilet jaune che, nel bel mezzo di un'imponente manifestazione dove parecchi oggi sono stati feriti e pare un ragazzo sia morto, non trovano di meglio che andare a svaligiare l'Apple store.
Se vai a contestare il sistema che ti esclude, l'iPhone nel negozio lo sfracelli, non lo rubi.
Per me questi sono esempi di come non sia possibile migliorare l'esistenza di nessuno, con le manifestazioni in piazza.
Non perché non servano, servono però solo se chi vi partecipa ha chiaro il perché è lì a prendere legnate e freddo.
E se oggi fossi stata a Bordeaux, e avessi visto questi rubare iPhone, avrei incitato i poliziotti a sparare pallottole di gomma contro questi cretini: sono un insulto a tutta la gente che in Francia è scesa in piazza per delle nobilissime e condivisibilissime ragioni.
Che non hanno nulla a che fare con i furti: i ladri sono quelli che ti rubano la vita e dovresti contestare, non imitare.
Purtroppo però, quando scendi in piazza non puoi sapere chi ti segue, e i cretini si sa, sono ovunque e sono ingovernabili.
O meglio, li governi benissimo: basta dargli appunto un iPhone, oggetti e abiti firmati e magari aprirgli un negozio di caffè americano sotto casa: i cretini si metteranno prontamente in fila come pecore per ore solo per sentirsi appagati quel tanto che basta a farsi un selfie da pubblicare subito sui social.
Poi sono pronti per essere usati e spremuti come limoni a vita, altro che giustizia sociale.
E non sono cretini di nuovo conio, eh? Così ce ne sono sempre stati, tipo quelli che un tempo andavano alle manifestazioni con le Clarks e lo scaldino per le mani, tanto le legnate le prendevano per loro gli operai con le scarpacce sfatte e i calzini di lana con i buchi.



P.S. h. 13.56 del 9.12.18
Qualcuno su Twitter mi informa che...
P.P.S. Per dovere di cronaca, ecco il puntualizzatore a commento del tweet precedente (insomma, come si fa a dire che erano arabi, mica gli si vede il volto...e volendo ha pure ragione):

venerdì 21 settembre 2018

Povere destre, con questi sinistri...

M'intriga la notizia della richiesta da parte del Tribunale de Grande Instance de Nanterre (Francia) di sottoporre il leader del Front National, Marine Le Pen, a una perizia psichiatrica.

La ragione di tale richiesta è che Marine Le Pen ha pubblicato su Twitter, il 16 dicembre del 2015, le terribili immagini delle esecuzioni da parte dell'Isis (Stato Islamico) di 3 prigionieri, James Foley (ostaggio americano, decapitato), Moaz Al-Kazabeh (pilota giordano, bruciato vivo dentro una gabbia) e Fadi Ammar Zidan (soldato siriano, schiacciato vivo sotto le ruote dentate di un carro armato), foto che il Tribunale ha ritenuto essere così violente da essere la loro sola visione dannosa per la dignità umana.

Chiarisco subito che la penso come il Tribunale di Nanterre, sulla visione di immagini violente: vedere immagini di violenza ritengo sia davvero dannoso, se non per la dignità umana (la dignità umana è offesa con il solo fatto che tali orrori siano ancora commessi e oggi pure allegramente divulgati), certo sono dannosi per la salute mentale (vedere l'orrore ci abitua e ci educa all'accettazione dell'orrore: non ritengo affatto che, come qualcuno sostiene, assistere all'orrore ci immunizzi da questo).
Trattandosi però, nel caso delle immagini postate da Marine Le Pen, di immagini che all'epoca giravano (con mio ribrezzo) sul web, non riuscivo a comprendere bene la ragione per cui il Tribunale francese chiede solo per lei una perizia psichiatrica: immagino che le abbia trovate sul web, dove come dicevo giravano in quei giorni a ciclo continuo, e immagino che molti altri francesi le abbiano viste ben prima che le postasse la leader del FN.
Però, giustamente, lei è una leader politica, gli scatta il maggior obbligo di vigilanza sulla propria comunicazione. Forse dovrebbe bastare. Forse.

Scopro invece, leggendo copia dell'atto del Tribunale di Nanterre (anche questo gira tranquillamente su Twitter e immagino su altri social), che in Francia pubblicare immagini violente che possono turbare la dignità umana è vietato dal Codice Penale (articoli 227-24, 227-29 et 227-31 del CP).

Cerco di ricostruire la storia.
Quel giorno Marine Le Pen aveva pubblicato le immagini in risposta a quanto sostenuto in un'intervista di Jean-Jacques Bourdin su RMC allo "scienziato" politico Gilles Kepel, nel corso della quale si comparava la pericolosità dell'ascesa del Fronte Nazionale in Francia a quella dell'ascesa dello Stato Islamico - Daesh.

Marine Le Pen aveva già ribattuto alla scorretta comparazione che «Le parallèle fait ce matin par Jean-Jacques Bourdin entre Daech et le FN est un dérapage inacceptable. Il doit retirer ses propos immondes.» (Il parallelo fatto questa mattina da Jean-Jacques Bourdin tra Daech e FN è uno slittamento inaccettabile. Deve ritirare le sue parolacce).
E poco dopo postava le immagini di cui sopra con il commento «C’est ça Daech».

Uno scivolone anche il suo, però umanamente comprensibile e forse perfino giustificabile, se inserito nel contesto della provocazione subita pubblicamente poche ore prima.
Scivolone cui aveva rimediato rimuovendo dopo poco sia il tweet che le immagini, ma che non le ha risparmiato le dure conseguenze politiche e personali che da lì sono partite:

- l'apertura di una procedura d'inchiesta aperta nel 2016 dal Tribunale di Nanterre per la divulgazione delle immagini (pur se prontamente rimosse)

- la presentazione alla Commissione per gli Affari Giuridici del Parlamento Europeo, il 5 ottobre del 2016, da parte del Ministro della Giustizia francese, di togliere per lo stesso fatto l'immunità al parlamentare europeo Marine Le Pen (richiesta accolta nel febbraio 2017)

- la richiesta di pochi giorni fa, sempre del Tribunale di Nanterre, di sottoporla alla perizia psichiatrica per determinare sia sana di mente per aver postato quelle immagini (immagini pubbliche, viste da milioni di altre persone e postate da qualche altro migliaio di persone)

L'abbiamo capito? Solo i "democratici" pro UE sono veri democratici, e quindi unici giudici della vera democraticità e per questo unici autorizzati a fare le affermazioni più scorrette contro chi manifesta idee diverse dalle proprie. 
Marine Le Pen che pubblica immagini (reali, presenti massicciamente in rete) è sospetta di turbe psichiatriche; chi invece ha paragonato il suo partito ai barbari esecutori di morte dell'Isis, non viene nemmeno sfiorato (a quel che ne so) da una denuncia per diffamazione né si sogna di scusarsi per l'indegnità dell'affermazione fatta.

Chi si oppone all'UE è di default un anti-democratico, e di più: è un fascista, razzista, nazista, populista, ecc; 
Il fatto di essere contro l'UE è talmente incomprensibile ai pro-UE da rendere chiunque non la pensi come loro sospetto di turbe psichiatriche o almeno di fascismo, meglio se di nazismo, ancora meglio se di razzismo con un po' di populismo. 
E' la democrazia alla UE, bellezza!

Come non pensare poi alla denuncia del Procuratore di Agrigento Patronaggio a Salvini, il Matteo reo di aver tardato a far sbarcare dalla Diciotti dei poveri migranti affaticati provenienti da guerre e fame e pieni di scabbia (lo dice lo stesso Patronaggio dopo aver fatto visita ai migranti ancora "sequestrati" sulla Diciotti) i quali, pochi giorni dopo essere stati degnamente alloggiati e rifocillati dalla Caritas a Rocca di Papa (non si sa se già scabbiati o meno), si sono clandestinamente dileguati nella notte senza manco ringraziare.

In attesa delle prossime elezioni europee pare di capire che la "minaccia" dell'ascesa vertiginosa delle destre europee, mobiliti alcuni magistrati europei per tentare almeno di  mettere fuori combattimento i più importanti leader politici delle destre europee.


Salvini costretto a sborsare denaro per 80 anni per ripagare furti non è chiaro ancora commessi da chi; l'incauta Marine Le Pen costretta a una perizia psichiatrica per aver postato immagini che allegramente spopolavano sul web; Orban ci manca poco che si ritrovi i carri armati sovietici in piazza...

No, ok, scusate, quella è un'altra storia. Lì era il 1956 e l'Ungheria recalcitrava a entrare sotto la protezione dell'Unione Sovietica. Così è stato necessario aiutarla a decidere per il suo bene, con carri armati sì, ma demo...socialisti o comunisti...Di compagni, diciamo...

Però, però, però: non è strano che sempre più spesso venga spontaneo fare parallellismi più con l'ex Unione delle Repubbliche Sovietiche di stanliniana memoria che con quel fascismo mussoliniano che tanto piace citare ai sinistri nostrani i quali, senza aver ancora fatto i conti con il fascismo così da sfrondarlo dalla montagna di retorica sul fascismo, se lo attaccano al petto come medaglia per interposto nonno, zio, cuggino, magari fascista pure lui pur, come molti, contro la propria volontà?


Nel dubbio, per quanto riguarda l'Unione Europea in corso d'opera, consiglio la visione del video qui sotto:


 

lunedì 28 maggio 2018

La Grecia è vicina...

La situazione odierna mi ricorda il momento in cui Tsipras e Varoufakis, forti di un Referendum, andarono decisi e preparati a trattare con la troika, uscendone il primo piegato a 90* e il secondo incazzato ma a cavallo della sua moto.

Salvini e Di Maio hanno preparato un programma di Governo, lavorando con un'impegno e trasparenza mai viste in questo Paese da che ho memoria; si sono presentati al Presidente della Repubblica con la lista dei ministri e pronti a governare, e quello li rimanda a casa perché il Ministro per l'Economia da loro indicato non va bene alla troika.
In sostanza, quello è...
Mica c'entra il nome, non sarebbe andato bene nessuno, si sapeva fin da prima delle elezioni che M5S, e peggio la Lega, non sono graditi ai "mercati".

Nel giro di pochi minuti però, il Presidente della Repubblica, chiusa la porta in faccia al possibile governo uscito dalle urne, incarica chi?
Cottarelli, cioè uno che ha dato le dimissioni dall'Fmi giusto per essere pronto a fare il lavoro richiesto dai "mercati".

Cottarelli nel 2015 era nel board della troika, in forza al Fmi, quando questa si presentò in Grecia per finire quel lavoro di "successo" tanto apprezzato dall'altro capo di Governo "neutrale", quello del 2011.
Com'é messa la Grecia oggi basta cercare notizie in rete: mangiata viva e risputata moribonda e svenduta a pezzi al miglior offerente.
Non le elezioni, non i referendum: i mercati. I schèi. La robba da rubare.
Questo, nient'altro...

Bene hanno fatto quindi Di Maio e Salvini a non volere un Governo se non a condizione di poter rispettare le promesse fatte in campagna elettorale.
Potevano fare qualunque nome, sarebbe finita uguale.

Quand'anche avessero proposto un nome gratido alla troika, arrivati a Bruxelles per riparlare dei "trattati", sarebbe finita come al duo Tsipras-Varoufakis: ormai è o troika o morte.
Cioè, morte in ogni caso, a meno di essere "i mercati" o "i risparmi degli italiani".
E se non hai risparmi, nn hai che la presa per i fondelli dell'andare a votare democraticamente.

Insomma, questa è l'Unione Europea e questa è l'Italia: il Paese cui si fanno solo offerte che non può rifiutare.

Buon Cottarelli a tutti! 

Titolo su Il FQ (con "i risparmi degli italiani" che lo spread si continua a mangiare nonostante Cottarelli garante Fmi/troika):

Governo, i leader Ue chiedono stabilità. Merkel: “Anche con la Grecia di Tsipras fu difficile, poi ci accordammo”

"...Ci accordammo..." è il promemoria delle "offerte che nessuno può rifiutare" che aiutano la troika che piega ogni resistenza grazie all'effetto Stanza 101

martedì 19 luglio 2016

Isole

Sul Fatto del 19 luglio  

“Erdogan sevizia oppositori
Alfano blocca reato tortura”

Italiani avvisati, mezzo salvati. Tanto per essere chiari: dopo Genova 2001, non era molto difficile capire la piega che i democratici paesi Nato e pure globalisti avrebbero preso.
Basta poi ascoltare il silenzio qui e là infarcito da mugugni e balbettii, per avere la certezza che Erdogan ai leaders europei fa si un po' schifo, fa sì un po' impressione, però solo a momenti.

Poi si ricordano che così come non è Erdogan in persona a fare il lavoro sporco, così non saranno mai loro a doverlo fisicamente fare. Hanno speso fior di quattrini per far fare studi di settore approfonditi alla ciurma specializzata in torture democratiche, no?

Sono in un'isola della Croazia, e sto meditando di chiedere asilo politico al mio ospite: s'é tirato su una casetta con quattro pietre, di mattina va fuori a pescare il pesce che poi si cucina la sera. Dietro casa ha pomodori, melanzane, un albero di prugne e uno di fichi.

Barattando fichi, prugne e pomodori con uova e formaggio, si può vivere con niente.

In più, le isole hanno questo di bello, compresa quella dove sto: sono rifugi perfetti contro i pirati, di qualunque razza siano.

C'é in alto, salendo un ripido sentiero che porta in cima a un colle dove sta una chiesetta spartana e antica, un gruppetto di 4/5 case di pietra, ormai abbandonate. E la storia racconta che qui si rifugiarono i locali antenati del mio attuale ospite per resistere ai veneziani, un bel po' di anni fa.

Capre che danno latte e formaggio consentono di resistere a lungo.

I torturatori che l'Unione Europea e la Nato non aggrediscono militarmente per riportarli alla democrazia sono la dimostrazione che i dittatori veri l'UE li salva, gli fa la guerra solo se non spartiscono il bottino.

I pirati erano più trasparenti nelle loro politiche di "integrazione".

Meglio le isole, in qualunque senso.

 


venerdì 24 giugno 2016

#iVotedleave #EUReferendum

Mentre godiamo per conto terzi per il Brexit al 52% con il #iVotedLeave, è amarissimo ricordare che:

1. L'italia non può indire referendum popolari su trattati internazionali

2. che il nostro conducator Matteo Renzi ci sodomizza di prima mattina rassicurandoci con la vasellina che la Ue «Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa e il nostro futuro»  

3. che essendo l'Italia un paese di sudditi per default, anche senza l'Ue e grazie alla Nato, ancora attendiamo l'attuazione del risultato del Referendum sull'Acqua Pubblica del 2011, quindi c'é poco da esultare per i referendum altrui

4. che lo siamo al punto, sudditi, da esserci subiti quasi in silenzio un Presidente della Repubblica da impeachement e ci difetta la pratica della democrazia al punto di aver perfino tifato un Monti imposto contro un Berlusconi votato, poi un veloce ed etereo Letta, subito silurato perché poco pugnace, e l'attuale governo Renzi. Tutti servi messi lì per derubricare i nostri diritti, e a cambiare la Costituzione più bella del mondo, pur senza essere mai stati eletti da nessuno 

5. che per consolarci dell'amaro risveglio, mentre godiamo per una Francia operaia che combatte contro Loi Travail, mentre Le Pen già preannuncia un uguale referendum per una Franexit ('?) e l'Olanda pure, possiamo al più giocarci l'ambata 52-48 su ruota e su tutte, data la strana ricorrenza dell'abbinata, data già ieri a chiusura seggi uguale ma capovolta, cosa che va presa come una sfida della Dea Bendata da cogliere al volo.

Per consolarci ancora, sarebbe bello, per il sadico piacere della verità, che qualche comico giornalista che stanotte ci straziava le palle con le considerazioni a capocchia di Monti, confezionate come se il dato 52-48 per Remain di YouGov fosse il dato delle urne, mandasse in loop ogni 5' e per tutte le prossime 24 ore, le boiate notturne dette da lui e loro con la prona sicumera dell'idiota verso un mero wishful thinking

Mi chiedo: tenuto conto dei ponti d'oro stesi all'immigrazione da sud vs nord, posso emigrare in Inghilterra e lì chiedere asilo politico?

Mi sfiora la perversa idea che come rifugiata nei centri di accoglienza di Sua Maestà, potrei avere un tenore di vita perfino migliore di quello che mi consente questo paese da Jobs Act con la prospettiva Fornero.

Buona giornata, gente. 
E ricordate che forse (è dura, ma mai quanto lo è oggi), stavamo meglio perfino sotto i Borbone e i Savoia.

lunedì 6 giugno 2016

Questo o quello, per me pari sono...

Qualcuno davvero crede ancora che votare sia il mezzo "democratico" per poter cambiare politicamente qualcosa?
Nemmeno a livello locale, ha ormai senso, visto che le stesse amministrazioni comunali possono, se il budget glielo consente, decidere al più se far ritoccare con una leccata di asfalto le buche delle strade paesane, se spendere denaro pubblico per la nuova giostrina del parco giochi o per rasare le aiuole delle rotonde.

Se la finanza pubblica locale non è completamente libera di disporre dei propri fondi, e non lo è, tanto meno lo è per quanto attiene la spesa per sanità locale, scuola locale, pensioni, welfare, ecc, tutte materie sulle quali a decidere sono Unione Europea e, a discesa, Governo e Regioni che a quella ormai rispondono.

Può forse un sindaco decidere autonomamente, ad esempio, la gestione della raccolta rifiuti?
In teoria sì. In pratica, dovrà tener conto delle direttive nazionali ed europee in materia di ottimizzazione della spesa e, a breve (v. Ttip), degli interessi nel settore da parte di società che sulla gestione rifiuti avessero il loro core business e si sentissero danneggiate dall'esclusione dai profitti che questo business genera.
L'obiettivo, come ormai dovrebbero sapere anche i sassi, non è poi più quello di una più efficace e meno dispendiosa raccolta comunale, ma quello di andare in tempi brevi verso max 4/5 grandi Multiutility nazionali in grado di gestire in cloud tutti i servizi pubblici essenziali quali rifiuti, fornitura energia/gas, trasporti locali/provinciali/regionali, ecc. così da garantire a queste società buone performances in Borsa e quindi buoni guadagni agli azionisti.
La questione è ovviamente più complessa di così, ma il risultato è sempre il medesimo: estrarre più denaro possibile dalle tasche dei cittadini che dei servizi pubblici essnziali hanno bisogno, non certo il ridurre i costi (che infatti continuano a lievitare nonostante la notevole riduzione della rumenta nazionale raccolta).

L'esempio dei rifiuti può essere applicato a ogni gestione dei servizi pubblici locali: privatizzare, eliminare il piccolo e far convergere ogni servizio verso grandi società è l'obiettivo.

Cos'é allora questa esaltazione da stadio post elezioni amministrative?

L'elezione di un sindaco non ha nulla a che fare con destra e sinistra così come non ne ha a livello nazionale.
Votare non ha più nulla a che fare con la politica, non si tratta più di schieramenti o partiti che rappresentano una diversa visione del mondo e della società ma, a ben vedere, ha tutto a che vedere con l'elezione di amministratori, siano questi locali, regionali o nazionali, da assumere al servizio di quella cessione di sovranità cui ci sollecitano apertamente e da tempo politici, economisti, ex presidenti della Repubblica e teutonici leader europei

Poco/niente potrà fare di testa sua un diverso sindaco eletto sotto diverso simbolo elettorale: eseguirà, alla fine, come quasi tutti quelli che lo precedono attualmente, esattamente ciò che gli è richiesto.
Nulla potrà di diverso, almeno nelle questioni che stanno più a cuore ai cittadini (salute, casa, scuola, sanità, ecc), che sono invece ben chiare nelle direttive di Bruxelles e, in ultima istanza, degli UE-Usa.

D'accordo, asfalterà strade, fare ripulire i tombini, sarà impegnato a presenziare a inizi di anno scolastico, a tagliare nastri alle inaugurazioni di opere pubbliche che non appartengono però ai cittadini ma sono patrimonio a bilancio di cui può disporre l'amministrazione contabile nazionale e, in ultima istanza, Bruxelles, se dovesse servire a recuperare crediti nazionali. Il sindaco parteciperà alle fiere del paese e si assumerà in proprio le rogne derivanti dal primo evento catastrofico che si dovesse verificare, per la cui gestione dovrà chiedere comunque permesso al governo in franchising e poco importa se avrà i soldi o meno per mettere subito all'opera aiuti o cantieri
Alla peggio, come ormai è d'uso, aprirà un conto corrente sul quale far convergere aiuti economici di volontari benefattori e donazioni di enti o fondazioni, e alla fine, pur sempre di altro denaro estorto, sotto la bandiera della Beneficenza Spa alla cittadinanza, si tratta.
Sue le responsabilità della gestione rogne, sia chiaro, ma né più né meno di quanto non sia ritenuto responsabile della buona gestione economica un qualunque responsabile di una filiale in franchising di una multinazionale.

Ciò che si vota, quando si vota alle amministrative, è appunto un amministratore per conto terzi, che gli stanno sopra nella catena di gestione del territorio.
Il quale amministratore si accolla l'onere di rispondere ai cittadini delle sue mancanze, più della metà delle quali non dipendono però da lui, ma da organismi UE-Usa che gli stanno sopra e dai quali prende le direttive sulle cose che davvero contano (e costano).

C'importa quindi che a Roma sia in testa la Raggi 5S o se la giochi al ballottaggio con Meloni destra e Giachetti Pd?
Cos'é tutta questa caciara sulle percentuali e cosa sono tutte le ore di sproloqui sui media?
Chiunque "vinca", chiunque abbia vinto o vincerà, avrà solo vinto al concorsone per un posto di amministratore locale di interessi extra nazionali.
Con buona pace del tifo e degli appelli alla pratica di democrazia del voto.

Ah, ecco, sì: ora mi arrivano quelli che bisogna combattere la corruzione nelle pubbliche amministrazioni e mandare a casa i disonesti.

A volte mi viene il dubbio che, in questa Unione Europea, voluta certo dalla vecchia combriccola di servi ancora al potere, l'unico modo di sopravvivere di un Comune sia appunto tirar su migranti, così da poter lucrare qualche euro extra in compagnia di cooperative e associazioni volontarie ma a pagamento.
Tanto rimane tutto nella stessa pentola de' noantri, no? 

P.S. 7.06.2016 - h. 9.52

Sintonia perfetta con l'autore di questo pezzo su Libreidee dal quale copio/incollo quanto qui sotto:

"...Nessuno, tra i principali candidati italiani delle amministrative, ha declinato in modo chiaro, a livello locale, l’opprimente quadro sovranazionale, da cui dipende anche la sofferenza quotidiana dei Comuni, a prescindere dal colore politico dei suoi amministratori di turno."

martedì 24 maggio 2016

Kaputt (Lettere ai giovani tedeschi - 1952)

Abbozzi di Lettera agli intellettuali tedeschi e di Lettera alla gioventù tedesca di Curzio Malaparte la cui datazione è da far risalire al 1952.
Questi documenti sono stati pubblicati in coda nella ristampa di Kaputt per Ed. Oscar Mondadori del dicembre 1979.


Riporto integralmente questi documenti perché, mentre Malaparte scrive di non voler fare profezie, letto oggi si rivela invece un profeta precisissimo. Di una precisione inquietante al punto che, leggendo alcuni passaggi, un pensiero mi si è affacciato alla mente: " E se la storia vera, quella la cui regia avviene sempre dietro le quinte, mai in chiaro e sui media, non fosse andata come l'ho studiata a scuola?"
Non lo saprò mai, è evidente.
E però, ciò di cui parla Malaparte in questo Kaputt (ma anche il La pelle), non l'avrei mai saputo in alcuni illuminanti dettagli se non l'avesse scritto lui.

martedì 26 aprile 2016

"la parte giusta della storia"

Pronunciata questa volta da Obama e riferita alle politiche sull'immigrazione di Frau Merkel, la frasetta inizia a somigliare a un mantra dal significato reale occulto ai più, come già T.I.N.A, decisamente superato dalla realtà dell'attuale Unione Europea.
Non entro nemmeno nel merito della frasetta ormai rifilata a qualunque leader non sia allineato alla politica di Washington, visto che se c'é qualcuno che non può dare lezioni a nessuno sull'accoglienza ai migranti è l'America dalla barriera armata ed elettrificata ai confini fra Messico e Stati Uniti.
Soprattutto ricordando che i migranti che bussano alle porte dell'Unione Europea sono poi in bassissima percentuali iracheni, siriani o libici, come tutti ci raccontano.
La maggior parte di questi provengono infatti da paesi come l'Eritrea, il Mali, la Somalia, la Nigeria, sono cioè migranti economici, non profughi di guerra.
Senza contare indiani, bengalesi, ecc., che se pur in numero minore sono tuttavia presenti in parecchie strutture di accoglienza italiane e, immagino, europee.
Non voglio entrare nemmeno nel merito della questione se sia giusto o meno accogliere comunque e sempre persone che arrivano da zone povere del mondo in cerca di una speranza di vita migliore, poiché penso siano loro stessi vittime di illusorie promesse che li spingono a viaggi disperati per raggiungere paesi che si aspettano li accolgano a braccia e borsellini aperti, finendo invece per rimanere incastrati ospiti in centri di raccolta nei quali vivono vite da lager che certo non li fa né più ricchi né più felici di quanto fossero a casa loro.

Ciò che mi chiedo è invece perché mai, quando si parla di migranti i media li presentino sempre come siriani, iracheni, libici che arrivano da "martoriate zone di guerra", quando basta una rapida osservazione dei tratti somatici dei migranti, per sapere che per la maggior parte di loro non è così.

Soprattutto mi chiedo perché.
Perché accogliamo migranti economici che arrivano in massima parte dalla Nigeria, dall'Eritrea, dal Mali, dalla Somalia, dal Senegal, in un'Unione Europea che grazie alle politiche austeritarie si è già auto-prodotta milioni di disoccupati endogeni?
Secondo Eurostat, non secondo me.
L'Europa della Merkel che, secondo l'Obama, sta "dalla parte giusta della storia" aveva nella Ue a 28, a marzo 2015, ben 23,748 milioni di disoccupati, di cui 18,105 milioni nella zona euro.

Finché non sarà affrontato e chiarito il reale motivo di questa anomala e sospetta accoglienza di migliaia di disoccupati provenienti da altre aree del mondo, in un'Unione Europea che non riesce a provvedere degnamente nemmeno ai propri milioni di disoccupati, qualunque ragionamento sull'accoglienza rimarrà viziato da una incomprensibile opacità sugli obiettivi che giustificherebbero ogni tentativo di respingimento. 
Trovo poi perverso che si faccia la morale ai milioni di cittadini europei già in difficoltà nel mettere insieme il pranzo con la cena.
Tanto meno sono giustificabili moralismi sull'intolleranza ai migranti economici da parte degli italiani disoccupati, la maggior parte dei quali si trova ad avere oggi meno diritti di quelli concessi ai migranti: a quelli vitto, alloggio, e un paio di euro al giorno in tasca al giorno. Ai disoccupati italiani, il dibattersi nell'angoscia di dover, pur in assenza di reddito e spesso senza alcun diritto a un misero assegno di disoccupazione, sostenere comunque, e non si capisce come, spese di vitto, alloggio, bollette e magari mutuo casa e tasse varie, pena il perdere tutto e ritrovarsi poi a mendicare un pasto caldo alla Caritas contendosi tale diritto ad accedervi con quei poveri emigrati i quali, magari sbarcati in Italia anni fa, oggi si ritrovano disoccupati come gli italiani e senza essere mai stati davvero integrati, e nonostante abbiano però versato per anni regolari tasse e contributi.
Questa assenza di trasperenza sui fini dell'accoglienza incomprensibile ai più, rischia di diventare ingestibile non per una questione di razzismo, come a troppi piace semplificare, ma per un più serio sospetto di intenti di ingegneria sociale decisa dai leader dalle frasette criptiche e fatta pagare a chi già non ha più nulla ma viene ancora chiamato ancora e sempre a dare ricattato moralmente come fosse un nababbo nel paese di Bengodi.
Sostenuti, i leader dalle frasette criptiche, da chi ancora in questo paese ha qualcosa e si permette per questo di dispensare lezioncine umanitarie, magari spuntando in cambio una paghetta mafioso-cooperativa, come Buzzi e altri insegnano. 
La "parte giusta della storia" è per me solo e solo una: quella della trasparenza sugli obiettivi di questa accoglienza di migranti economici in un'Europa dai milioni di disoccupati e della aperta decodificazione per le masse delle livorose frasette mantra pronunciate a sentenza dai grandi Nobel per la pace che governano un paese specializzato nel promuovere guerre in casa altrui.

martedì 12 aprile 2016

L'intelligenza dei ricchi

Poco fa sono incappata sulla notizia che Soros, quello che Wikipedia presenta come l'uomo "...diventato famoso con un'operazione di speculazione finanziaria che ha costretto la Banca d'Inghilterra a svalutare la sterlina facendogli guadagnare una cifra stimata in 1,1 miliardi di dollari", ritiene che l'Unione Europea debba sborsare fino a 30 miliardi di euro l'anno da destinare all'accoglienza di almeno 500 mila migranti l'anno. 
Diversamente, pare, il rischio di un collasso dell'Unione costerà molto di più.
Per reperire tali somme, a suo avviso solo apparentemente enormi, basterebbe aumentare l'Iva in tutti i 26 paesi dell'Unione Europea.
Robetta, insomma.
Eppure il genio della speculazione finanziaria, quello che ha messo in ginocchio la Banca d'Inghilterra, pontifica con tali inopportuni consigli sulla facile soluzione al problema dell'immigrazione (e pure a quello della stabilità di Schengen), come stesse dicendo qualcosa che significa altro da quello che dice ma cosa non si sa.
Posso forse pensare che sia meno intelligente di come viene considerato da chi lo intervista? 
Se cade Schengen, per via del probema immigrazione, rischia di crollare l'Europa: una roba così deve averla studiata di notte per arrivarci, no?
Mica come noi mortali che niente, la mettiamo sempre giù con gli "opposti estremismi": da una parte l'accoglienza che finisce sempre alla Buzzi; dall'altra il rifiorir di frontiere e muri che ormai Orban pare un preveggente, se pur sempre nazista.
Dopo un breve momento in cui mi sono detta che "chissenefrega di Schengen e dell'Unione Europea, visto come sto messa io, cioè molto ma molto più tragicamente degli immigrati ospiti dell'hotel pochi metri qui a fianco", m'é scattata la sindrome da criceto pavloviano: ma i ricchi sono per forza anche intelligenti?
Com'é che i più grandi speculatori, i più grassi banchieri, i più mirabolanti padroni di corporation che maneggiano miliardi su miliardi, investono ormai tutti in opere pie ma non c'é verso che se ne portino a casa non dico tutti, ma fosse anche un centinaio a testa, un paio di centinaia, visto che economicamente non costerebbero più di quanto dicono di donare al "sociale"?
Forse perché è certo come la morte che dalle "donazioni" alle loro "fondazioni" trovano sempre il modo di trarne benefici economici spacciandoli per beneficenza?

Non sarà per la vecchia solita storia che i poveri tendono a rispettare non i ricchi, davanti ai quali si inchinano per un automatismo ormai genetico, ma i loro soldi; per cui quelli si convincono che far soldi è per forza dei fatti intelligenza superiore, confermata ulteriormente dall'altro fatto che nessuno, mai, li colpisce nelle tasche perché sono loro, fatti i soldi, a condizionare le leggi sul prelievo dalle tasche, e non viceversa?
E da quali tasche li si devono prelevare i denari per gestire i poveri migranti? Ma da quelle dei poveri fessi europei che dovendo comprare tutto per vivere pagano tutti obbligatoriamente l'Iva.
Figo no?
Insomma, stabilito che oltre una certa quota la ricchezza domina davvero il mondo, di che diavolo blaterano questi loschi intelligenti figuri mentre danno consigli su come prelevarci altro pane dalla bocca passando per buoni nonché super intelligenti?

Pagano migliaia di servi, per sembrare super intelligenti.
Partendo da un primo incarichino in qualche banca, evolvono presto in direzione edge fund grazie ai quali, fatti i soldi aumentando povertà, diventano maître à penser la cui opinione detta la linea politica sulla gestione della povertà all'intero globo terracqueo.
Così tutti in fregola, tutti dietro, tutti a intervistarli, tutti a studiarli e a imitarli di soppiatto sperando di catturare di risulta un barlume di quella perfidia che ha consentito loro di fare la valanga immensa di soldi che hanno e quel potere che decide le sorti di tutti. Me compresa, voi compresi, ché la via del denaro crea catene di Sant'Antonio dentro le quali tutti giochiamo una inconsapevole parte.
Poi ci sono i servi volontari, i vanesi funzionali al potere, l'interfaccia grafica che ci fa vedere del potere quel che serve ma del suo denaro nulla si sa, se non che basta a spostare confini e a far cambiare rotta al mondo.
Ce ne fosse uno di questi servi che, intervistando questo personaggio, questo super emigrato diventato maître à penser, gli chiedesse una volta:
" Mr. Soros, lei ha più di una 30a di miliardi l'anno, perché non ospita ogni anno 500 mila migranti così che finisca questa barbarie insopportabile di traffico degli umani ridotti a galline da batteria portati su e giù per mari e confini finché morte non li separi?"
No.
Ci facciamo dare lezioncine su come aumentare l'Iva nei 26 paesi dell'Unione così da ricavare 30 miliardi di euro per accogliere degnamente almeno 500mila migranti all'anno in Europa.

Ci voleva lui, il genio della finanza che ha messo in ginocchio la Banca d'Inghilterra per suggerirci l'aumento dell'Iva.
Forse è preoccupato non tanto per Schengen, quanto forse per dei suoi investimenti nei paesi Schengen che teme si volatilizzino se si alzano i muri.
Questi speculatori si stanno mangiando l'intelligenza del mondo a furia di fuffa mediaticamente sponsorizzata.
Almeno tacessero, mi dico.
Niente, devono difendere il capitale investito, quindi farsi intervistare, metter su società di apparente beneficienza ed esportazione di democrazie per essere appetibili ai pirla cuore in mano e fantasia oltre l'ostacolo che porteranno loro ancora denaro.
Perché ti viene, quel maledetto sospetto che abbiano investimenti anche nelle ong, nelle onlus, nelle cooperative, nelle associazioni più variegate per gli affari delle quali si preoccupano perché si aspettano incassi dalla gestione umana dei migranti. Il tutto contando sulla generosità spesso ottusa dei volontari a gratis e sulla remissività dei percettori di paghe miserabili di lavoratori associati a ong che mica lavorano gratis (no profit non vuol dire senza paga, e che non facciano profitto le onlus non significa che a fare profitto non possa essere chi le finanzia e le sostiene con donazioni e gagliardetti).

Ma ditemi voi: posso forse pensare che uno che ha spillato 1.1 miliardi di sterline da una speculazione sulla Banca d'Inghilterra, sia un buono che si pre-occupa dei migranti per generosità e alto senso umanitario?
Naaa...
L'intelligenza del ricco Soros è per me decisamente sopravvalutata perché a senso unico ma perdìo, c'é forse intelligenza più pericolosa, per quanto minima, di quella che specula sulle illusioni umanitarie altrui?

martedì 5 aprile 2016

La pelle

Non so quale sia più difficile, se il mestiere del vinto o quello del vincitore. Ma una cosa so certamente, che il valore umano dei vinti è superiore a quello dei vincitori. Tutto il mio cristianesimo è in questa certezza, che ho tentato di comunicare agli altri nel mio libro La pelle, e che molti, senza dubbio per eccesso di orgoglio, di stupida vanagloria, non hanno capito, o han preferito rifiutare, per la tranquillità della loro coscienza.
In questi ultimi anni, ho viaggiato, spesso, e a lungo, nei paesi dei vincitori e in quelli dei vinti, ma dove mi trovo meglio, è tra i vinti. Non perché mi piaccia assistere allo spettacolo della miseria altrui, e dell'umiliazione, ma perché l'uomo è tollerabile, accettabile, soltanto nella miseria e nell'umiliazione. L'uomo nella fortuna, l'uomo seduto sul trono del suo orgoglio, della sua potenza, della sua felicità, l'uomo vestito dei suoi orpelli e della sua insolenza di vincitore, l'uomo seduto sul Campidoglio, per usare un'immagine classica, è uno spettacolo ripugnante.
Dai Documenti autobiografici
La pelle, di Curzio Malaparte - Pag. 311 - Ed. La Biblioteca di Repubblica

Non so se condivido "ripugnante".
Di sicuro l'uomo "seduto sul trono del suo orgoglio, della sua potenza, della sua felicità", ha come una ridondanza di sé che non sa modulare né trattenere, così che quel di più gli trabocca finendo per difettargli proprio là dove si compiace fingendo di schernirsi.
Dal tempo di cui scrive Malaparte a oggi, le cose sono se mai andate ancora più marcendo.
Perché lì, almeno, ancora l'uomo di potere, l'uomo nella fortuna seduto sul trono del suo orgoglio, nel misurarsi con il vinto si premurava di mitigare la propria volgarità con una patina di buona educazione, che la diversa condizione gli imponeva insieme all'abito.
Oggi la volgarità senza filtri è invece il tratto più esibito del vincitore. 
L'industria della comunicazione poi, uno dei gentili doni arrivati a noi con la "liberazione", ha stanato la merda fino a convincere chiunque che sia l'esibirsi senza veli, la misura del proprio orgoglio, della propria felicità.
Perfino la miseria dei vinti è ormai priva di qualunque nobiltà, tradita com'é dall'illusione di contare qualcosa grazie a un selfie o valutando come fosse moneta sonante quei like su Facebook che gonfiano le straripanti tasche del pataccaro zuckercoso d'oltre oceano. 

Prima della liberazione, avevamo lottato e sofferto per non morire.
C'é una profonda differenza tra la lotta per non morire, e la lotta per vivere. Gli uomini che lottano per non morire serbano la loro dignità, la difendono gelosamente, tutti, uomini, donne, bambini, con ostinazione feroce. Gli uomini non piegavano la fronte. Fuggivano sulle montagne, nei boschi, vivevano nelle caverne, lottavano come lupi contro gli invasori. Lottavano per non morire. Era una lotta nobile, dignitosa, leale. Le donne non buttavano il loro corpo sul mercato nero per comprarsi il rossetto per le labbra, le calze di seta, le sigarette, o il pane. Soffrivano la fame, ma non si vendevano. Non vendevano i loro uomini al nemico. Preferivano vedere i propri figli morir di fame, piuttosto che vendersi, piuttosto che vendere i propri uomini. Soltanto le prostitute si vendevano al nemico. I popoli d'Europa, prima della liberazione, soffrivano con meravigliosa dignità. [...] Ma dopo la liberazione gli uomini avevano dovuto lottare per vivere. E' una cosa umiliante, orribile, è una necessità vergognosa, lottare per vivere. Soltanto per vivere. Soltanto per salvare la propria pelle. Non è più lotta contro la schiavitù, la lotta per la libertà, per la dignità umana, per l'onore. E' la lotta contro la fame. [...] Quando gli uomini lottano per vivere, tutto, anche un barattolo vuoto, una cicca, una scorza d'arancia, una crosta di pane secco raccattata nelle immondizie, un osso spolpato, tutto ha per loro un valore enorme, decisivo. Gli uomini son capaci di qualunque vigliaccheria, per vivere: di tutte le infamie, di tutti i delitti, per vivere. [...] Quel popolo che nelle strade faceva commercio di se stesso, del proprio onore, del proprio corpo, e della carne dei propri figli; poteva mai essere lo stesso popolo che pochi giorni innanzi, in quelle stesse strade, aveva dato così grandi e così orribili prove di coraggio e di furore contro i tedeschi?

mercoledì 23 marzo 2016

Unione Fuffologica Europea

Ventaccio bastardo stamattina a nord-est.
E' marzo, mi si dirà, è normale.
Vi dico che sarebbe la sola cosa "normale" di queste ore, e che quindi perfino il vento inizia a sembrarmi sospetto.
Da nord, infatti, scende e impazza la fuffa a reti europee unificate.
Fuffa prontamente diramata ai quattro venti e ora per ora anche dal mainstream nazionale, che qui siamo nell'Unione Europea e ci mancherebbe che non si fosse tutti uniti nel cordoglio per le vittime che deve far da collante unico ai popoli europei tutti (qualcuno impazza sulla "minaccia alle istituzioni europee" non vedendo che l'obiettivo raggiunto non sono le "istituzioni" ma chi ci lavorava, cioè persone provenienti da molti paesi europei, così che il cordoglio sia "europeo e condiviso").

I morti sono sempre veri, ed è impossibile non piangerli in quanto vittime innocenti della follia criminale che imperversa scendendo da nord e diramandosi fino alle coste a sud del Mediterraneo.
I come, i perché, i chi, sono invece al vaglio della commissione fuffulogica ufficiale dell'Unione, la quale provvederà nel giro di qualche giorno a ritoccare, aggiustare e rettificare il quadro generale fino a fornirci un quadro completo anche se raffazzonato e da ingerire a freddo.
E' un work-in-progress: partendo da un canovaccio tirato su alla meglio fin dai primi minuti post tragedia, si vanno via via definendo meglio i contorni che sbavano, i tasselli che mal s'incastrano e i personaggi che mal si adattano al puzzle in costruzione.
Il format pare avere ormai figure fisse.
Vi troviamo infatti puntuali due fratelli nel ruolo di kamikaze uno puntualmente muore, l'altro è puntualmente in fuga): 
- a Boston 15 aprile 2013, Maratona, i fratelli Tsarnaev
- a Parigi 7 gennaio 2015, Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi; 
- a Parigi 13 novembre 2015, Bataclan, i fratelli Abdeslam; 
- a Bruxelles ieri, i fratelli El Bakraoui.
Tutte le coppie di fratelli paiono avere un puntuale background da delinquentelli standard redenti: precedenti penali di vario genere ma a piede libero, conosciuti dalle forze dell'ordine per precedenti per uso di droga, spesso di spaccio e per qualche furto di galline; tutti pare non disdegnino l'alcool; qualcuno (Salah Abdeslam) pare frequentasse pure locali per gay.
E già sarebbero dettagli che cozzano contro l'idea che uno ha di un islamico integralista pronto a farsi saltare con una cintura imbottita per andare a raggiungere le Vergini promesse dal Profeta (anche un gay? che se ne fa? si "converte" etero dopo morto?).
Fino a ieri, un altro classico del format era il puntuale ritrovamento di un documento accanto al luogo dell'attentato (carte d'identità lasciate sul sedile dell'auto, ritrovate indenni a terra  sul luogo dell'esplosione, ecc., vedi dall'11/9 in poi; aerei e sale da concerto carbonizzati, ma documenti ritrovati semi integri...).
Da ieri c'è un ritocco alla sceneggiatura di questo dettaglio, forse perché quella dei documenti ritrovati iniziava a puzzare anche alle menti meno perverse della mia.
Entra in scena infatti la figura del tassista-chiave: dopo aver riconosciuto gli attentatori dalle foto pubblicate dalle riprese delle telecamere dell'aeroporto, dove si vedono i due fratelli spingere un normale carrello bagagli, questi si presenta spontaneamente alla polizia e conduce quindi le forze dell'ordine all'indirizzo dove ha prelevato i due terroristi al mattino. 
Qui la prova regina sulla natura terrorista dei due: non gli hanno consentito di toccare i bagagli per caricarli nel taxi.
Bagagli che, a detta del nostro 007 preferito perché pare, purtroppo per lui, l'unico autentico 007, i bagagli "erano così tanti che non hanno potuto caricarli tutti in macchina perché non ci stavano, così alcuni hanno dovuto lasciarli giù...".
Capite che perfino il vento ti diventa sospetto nel suo fischiarti nelle orecchie canzoni che non si possono sentire?
Cioè, uno che sta per andarsi a far saltare in nome di Allah chiama un taxi per andare all'aeroporto e si porta dietro mezza casa come se stesse traslocando armi e bagagli direttamente nel Paradiso delle Vergini promesso dal Profeta?
Delle due l'una: o non ha sufficiente fiducia nella immensità di mezzi di cui dispone mediamente un qualunque Paradiso, o ha deciso di fare un falò della sua masserizia portandola con sé in Paradiso per non lasciare mutande sporche in un tugurio terreno che sta lasciando per sempre.
Ma anche qui, c'é il dettaglio che vorrebbe a posteriori ritoccare il canovaccio finendo invece per fare il classico pèzo taccòn del buso: quando, portate dal tassista, le "teste di cuoio" setacciano l'abitazione da cui sono partiti i due fratelli terroristi, trovano di tutto, tranne un normale paio di mutande (che i terroristi hanno pensato bene di portarsi nel Paradiso delle Vergini): "una bomba con chiodi, prodotti chimici e, udite udite, una bandiera dello Stato Islamico" + "15 chili di esplosivo, acetone, un detonatore e una valigia piena di materiale destinato a confezionare un esplosivo".
Che si tratti della Santa Barbara portatile che non ci stava nel bagagliao e che il taxista non poteva toccare?
Altro dettaglio rattoppato delle ultime ore che fa a pugni con l'immagine dei due che si spostano in Paradiso portandosi dietro mezza casa: viene trovato un pc in un cestino per l'immondizia
Nel pc, fin da subito, si trovano messaggi legati all'Isis (ettèpareva...). 
Indagini più approfondite (durate forse la mezz'oretta fra la notizia del ritrovamento pc e quella sul suo contenuto), si scopre che il pc è proprio proprio (ma guarda che culo!), di uno dei due fratelli. Il quale, anima tenera, ci lascia lì in bella vista il proprio testamento, scritto poco prima di andare a farsi saltare per aria per trasferirsi in Paradiso.
Cioè, scusate: si porta dietro mezza casa e butta il pc con il suo testamento da martire di Allah in un cestino per le immondizie? Ma non aveva neanche un parente o un caro amico cui consegnarlo in eredità? 
No. 
Come una vecchia carta d'identità viene buttato proprio lì, in un cestino dove possa essere trovato così che poi noi, umani dell'Unione Fuffologica Europea, si possa avere la certezza della sua identità di terrorista islamico che minaccia il nostro stile di vita (come se non ci minacciasse già quotidianamente lo stile di vita l'Unione Europea a forza di cetrioli e zucchine con la curvatura standard...).
Poi ci sono auto (3) che portano i terroristi sul luogo di lavoro; oppure quella dei terroristi già noti per essere anche quelli che avevano affittato un appartamento per l'attentato del Bataclan (ma Salah, non si era detto che aveva pernottato in un albergo facendosi di droga come un riccio fino a poco prima di andare sul lavoro per farsi saltare prima di poi scappare cambiando idea?)
Come dicevo all'inizio (e tempo fa per altra analoga fuffa), l'unica cosa vera di queste tragedie che ci riguardano più di quanto sembri e meno di quanto vogliano farci credere, sono sempre e solo i morti.
Quelli innocenti, per cui ci piange il cuore.
E quelli colpevoli, che in quanto morti non parlano.

* Alcuni virgolettati fanno riferimento a quanto riportato sulle maggiori testate nazionali online di queste ore.

martedì 17 novembre 2015

I'm quite confused

Abdeslam Salah, indicato come uno dei terroristi del massacro di Parigi, pare abitasse a Bruxelles, nel quartiere Molenbeek.
Leggo che il blitz delle teste di cuoio andate lì per "stanarlo", dopo aver bloccato l'intero quartiere e circondato il palazzo al n° 47, dove pare abitasse, si sono calati dal tetto, bardati e armati proprio come nei film sulle prodezze delle forze speciali, ma lui non era in casa.
Una signora del quartiere, un avvocato che Abdeslam qualche volta aveva aiutato a portare la spesa e che lo ricorda come "un ragazzo gentile", pare abbia detto a un giornalista che Abdeslam Salah non abitava più al 47 assaltato dalle forze speciali, e che si era trasferito da mesi in una piazza vicina.
Sul quartiere Molenbeek si legge (su Lettera 43):
Una sola la regola: vivi e lascia vivere. La porosità totale di Moleenbek ne fa quindi il nascondiglio ideale per chi arriva da fuori e vuole passare sotto traccia, oltre a una precedente amministrazione comunale, guidata per 20 anni dal socialista Philippe Moureaux, che è stata profondamente lassista nei confronti della comunità islamica per averne i voti. E così sono arrivati i predicatori estremisti e la radicalizzazione: dalla moglie di uno dei killer del comandante Massoud sino a Sharia4belgium (un’organizzazione terroristica accusata tra le altre cose di reclutare combattenti per combattere il jihad, ndr), e ora i jihadisti dell'Isis. Lunga la lista: Mehdi Nemmouche, il franco-algerino autore della strage al Museo ebraico di Bruxelles; Abdelhamid Abaaoud, il cervello della cellula di Verviers ancora latitante; Amedy Coulibaly, che ci ha comprato le armi per il massacro all'Hypercacher; Ayoub El Khazzani, l'autore della mancata strage sul treno Thalys Amsterdam-Parigi. Ultimi, i kamikaze del Bataclan.
Sempre Lettera 43 riporta che Molenbeek è:
Un distretto di nemmeno 6 chilometri quadrati, con una delle densità di popolazione più alte, dove l'età media è 34 anni e la disoccupazione giovanile sopra il 40%. E dove ci sono 24 moschee, di cui solo quattro riconosciute.
Mi chiedo: ma se Molenbeek è quartiere ideale per il reclutamento jihadista, perché diavolo i francesi vanno per vendetta a bombardare la Siria?
Che c'azzecca (Di Pietro ci sta tutto) la Siria con i terroristi cresciuti nel Molenbeek che hanno fatto il massacro a Parigi, se quelli stanno tutti fra Francia e Belgio?

Ultima: continuo a sentire alla radio che ancora non si ha certezza sull'esatto numero dei terroristi implicati nell'eccidio di Parigi ma anche che danno la caccia all'ottavo uomo.
Quindi sanno con certezza chi è l'ottavo uomo pur senza sapere esattamente in quanti erano.
Poi, giusto per giocare d'anticipo sul prossimo attentato, ci comunicano di aver eseguito arresti e fermi di sospetti terroristi, di aver trovato un'auto con un kalashnikov rivelatosi poi un'arma giocattolo, di essere pronti a sospendere Schengen e rimettere in uso le vecchie frontiere europee per serrati controlli anti-terrorismo.

Si decidano, lor signori: se i terroristi sono in Siria, non si vede perché sospendere Schengen.
Se invece stanno tutti a Bruxelles (o in Francia), sospendere Schengen non ha senso.
Basterebbe infatti militarizzare il Molenbeek e magari qualche banlieues parigina, per sconfiggere definitivamente l'Isis e il terrorismo visto che, a quanto pare e a quanto confusamente ci raccontano, vengono tutti da lì e sempre lì tornano: nel bel mezzo dell'Unione Europea dove hanno sede le più importanti istituzioni europee.
Com'è che non temono attentati in casa, vista la vicinanza quasi condominiale con i covi dell'Isis?
La Francia dichiara guerra e va a bombardare la Siria.
Quindi è in guerra con la Siria.
L'Italia...l'Italia...l'Italia...
I'm quite confused...

P.S. 18.11.15 h. 13.41
Questa è in tema Molenbeek, e mi pare interessante.
Da Il Foglio:
"L’Italia aveva arrestato e poi rilasciato l’imam fondamentalista di Molenbeek
Parigi, 18 nov 09:34 - (Agenzia Nova) - L’Italia ha perso l'occasione di impedire almeno temporaneamente di nuocere all’imam fondamentalista franco-siriano di Molenbeek (Belgio), Bassam Ayachi, sospettato di aver indottrinato alcuni degli autori e dei complici degli attentati del 13 novembre a Parigi? E' quel che rivela la stampa italiana, secondo cui il 62enne che ha la doppia cittadinanza francese e siriana fu arrestato l'11 novembre 2008 a Bari a bordo di un camper sul quale i Carabinieri rinvennero materiale propagandistico di Al Qaeda: accusato di aver creato una rete di immigrazione clandestina, fu arrestato e condannato; ma poi fu rilasciato dalla corte d'appello.
Leggi l’articolo del Monde..."

lunedì 2 novembre 2015

Genialate UE

Sono ormai convinta che in futuro l'UE sarà governata da geni.
Per ora, quelli che stanno studiando da genio, dopo curvature dei cetrioli e regolazione dei flussi d'acqua dei Wc, hanno sfornato un'altra genialata da S-nobel: 
Viaggiare a "scopo terroristico": per UE dev'essere reato
Immagina l'imbarazzo del terrorista disinformato che arriva al check-in: 
 D. "Scopo del viaggio"? 
 R. "Be', devo addestrare alcuni kamikaze a Bruxelles che poi si faranno esplodere una cintura di bombe chi qui, chi là in giro per alcune capitali dell'UE"
 Bling! Blung! Blang!
 Aeroporto in subbuglio e viaggiatore a scopo terrorismo prontamente arrestato.

 Lui al processo:
 "Scusi Sig. Giudice, ma torno ora dalle vacanze e non sapevo che in UE viaggiare a scopo terroristico fosse diventato un reato. Se l'avessi saputo, mi organizzavo un altro viaggio che so? Magari in Oriente, in Africa, in America o in Oceania. Non arrivo però a capire perché l'UE m'impedisce di lavorare onestamente: sono un terrorista affidabile, se vuole le fornisco le referenze e guardi che c'ho pure un Master in attentati fatto nei Corpi Speciali d'Elite oltre a una sudata Laurea da 110 e Lode in Esplosivi, Candelotti&Droni...".
Giudice: "Va be', per questa volta mi limiterò a un'espulsione ma non ci riprovi, o com'è vero dio, la sbatto dentro..."